A distanza di mesi dall'acquisto..
Lp-forme Con accortezze stilistiche, di design ed ergonomiche che eliminano la problematica tipica delle Les Paul, il loro “tallone” d'Achille, ossia l’accessibilità agli ultimi tasti.
Infatti un tallone ridimensionato e ridisegnato molto bene agevola l'utilizzo di tutta la tastiera oltre che rendere lo strumento per me più bello dell’originale.
Venendo all'acquisto: inizialmente ero indirizzato verso la 450-plus, visto il prezzo molto simile e considerato che il mogano la rende anche sonoricamente, più somigliante allo strumento dal quale si ispira.
Poi la volontà di avere uno strumento bianco con meccaniche oro (da sempre desiderato), mi ha fatto ripensare a tutto il discorso; rivalutando anche il Tiglio, che a forza di "sentirselo dire" si rischia di credere che sia davvero una legno "minore".
Inoltre i legni utilizzati, è vero che hanno le loro peculiarità anche sonore, ma le loro peculiarità sono anche figlie della qualità intrinseca del legno a prescindere dall'essenza: quindi il taglio, la lavorazione, la stagionatura e tempi e modalità di crescita.
Questo per dire che se lo strumento ti dona delle buone vibrazioni in pancia una volta imbracciato, è lo strumento giusto, al di là dalla tipologia del legno e dalle somiglianze con lo strumento "madre"; limitando al minimo quelle che sono le classiche qualità sonore che possono regalare le varie tipologie di legni.
Nella pratica in questa fascia di prezzo, un Tiglio che ha un valore di mercato inferiore al Mogano, è probabile che possa essere un miglior legno di un mogano che nel mercato è valutato meglio.
Qui si potrebbe aprire un altro infinito discorso e cioè che la qualità e quindi l'essenza del legno, fino ad ora uno degli elementi fondamentali della costruzione di uno strumento, sta ridefinendosi nel suo significato; arrivando quindi fino all'utilizzo di leghe che con il legno non hanno nulla a che fare. Questo a tutto vantaggio del mercato, dell'ambiente e delle tasche di tutti.
La sc-500 con il suo Tiglio oltre a donare quindi buone sonorità (volendo anche tipiche di certe lp), ha un sustain davvero sorprendente, forse grazie proprio alla qualità del legno della quale parlavo sopra: un buon Tiglio massello.
L'elettronica, non il suo forte, ma in qualche modo dona una specifica personalità allo strumento. I pick-up infatti, leggermente microfonici, accentuano ancor di più il carattere appena accennato.
La chitarra ha un buon peso, segno anche di determinate caratteristiche; ed il suo peso è del tutto bilanciato.
L'hardware è di buona fattura, ovviamente parlando sempre di entry-level nella fattispecie.
Le meccaniche sono molto fluide e leggere, che a parer mio è sinonimo di buona qualità.
Avendo sostituito i pick-up con dei Probucker '59 \ split-coil \ Alnico 2, mi sono trovato davanti degli scassi davvero ben fatti ed in parte “schermati” poiché totalmente verniciati, anche nelle scanalature di passaggio.
Accortezze quindi come la qualità della verniciatura, priva di qualsiasi difetto di sorta e data appunto anche in posti dove non sempre viene stesa, apre l’aspetto finiture al meglio. Troviamo infatti un binding color crema su tutto il profilo della chitarra e sul top un 5 linee impossibile da trovare su chitarre migliori vendute a €150~.
L’aspetto verniciatura può inglobare anche quello della tastiera, perché essa in Roseacer, è davvero soddisfacente; totalmente liscia e sebbene per l’appunto verniciata di nero, resiste ai tipici prodotti per la pulizia, anche se all'inizio il primo strato tende a perderlo subito. Fattore, questo, che regala nel tempo un colore nero ancora più bello ed in linea col bianco della chitarra.
Altri dettagli come le plastiche prive di sbavature, o le manopole nere in trasparenza, fanno capire le motivazioni specifiche e quindi il perché, a mio avviso, una sc500 venga venduta a poco meno di una 450plus che sulla carta avrebbe più dare. Uso il condizionale perché sulla 500 non troviamo infatti il push-pull, l'impiallacciatura in acero fiammato ed il “tanto agognato” e per qualcuno imprescindibile Mogano; ma troviamo questi dettagli appena elencati che a mio avviso, sopratutto se si crede al discorso anticipato in apertura, ci si ritrova in mano sostanzialmente a parità di prezzo a mio avviso una chitarra migliore.
Ci troviamo davanti comunque una chitarra che esprime nelle sue fattezze e nelle sue sonorità tutti i suoi “€150”.
Non dirò come al solito, presi dall’entusiasmo, che lo strumento vale molto di più di quanto lo si paghi, perché in verità non è così. Ci si è abituati a credere che uno strumento a corde, di buona fattura e suono deve costare sopra ai 500€ (limite che non so chi l’abbia deciso), ma questo non è vero; quindi ribadisco che la chitarra vale assolutamente i €150~ pagati: e li vale tutti.
Unica pecca, ma relativa credo solo al mio esemplare, è l'assemblaggio dei tasti: un po irregolare; con un 10° tasto troppo alto che ovviamente genera un buzz. Un poblema più d'assemblaggio che costruttivo; al quale si può porre rimedio con un appropriato e non troppo impegnativo o dispendioso intervento.
Direi quindi in definitiva che la Sc-500 è una lp-forme ben riuscita che metterei tra le chitarre da upgrade moderato per eccellenza.
E che sia..
..perché Tiglio o non Tiglio io me la piglio