Non è solo l'aspetto, ma sono soprattutto il timbro e il suono del fagotto a suscitare curiosità. L'unicità di questo strumento si basa sulla reciprocità: sono i musicisti a produrre il caldo suono del fagotto, a rendere speciale lo strumento e, viceversa, il fagotto restituisce un ruolo speciale ai suoi esecutori. Sì, ancora oggi i fagotti sono uno strumento “esotico” che suscita spesso un sorriso divertito nella maggior parte degli ascoltatori. Ma veniamo ora al suono, al timbro del fagotto:
Il suono di questo strumento richiama molto la nostra vocale O ma non è sempre uguale. Alcuni fagottisti preferiscono un suono rotondo e caldo, mentre altri prediligono un suono leggero e lievemente nasale. Non è raro che la sonorità del fagotto sia un criterio decisivo in un'orchestra sinfonica: uno strumento a fiato “brillante” non trova il giusto spazio in un ensemble “scuro”, o viceversa.
Il timbro del fagotto è molto flessibile e muta particolarmente di ottava in ottava, forse un po' di più di altri strumenti a fiato.
Nel registro basso (più o meno dal Sib grave al Fa2), in fortissimo, il fagotto produce un suono molto puro e legnoso che rivela chiaramente le vibrazioni dell'ancia, sfumatura spesso richiesta nelle grandi sinfonie romantiche. Volendo eseguire un pianissimo, con il fiato si ottiene un "ronzio" morbido come la seta, da impiegare in una sottile linea di basso o per riprodurre una scena un po' minacciosa, ad esempio. Tale gamma sonora non è mai eccessiva o sfocata, piuttosto mantiene una presenza chiara a qualsiasi volume.
Nel registro medio (circa dal Fa2 al Do3), il fagotto sviluppa un suono simile a quello da noi prodotto per la “O”: è in questo registro che lo strumento esprime al meglio il suo tipico timbro, ideale per assoli malinconici e passaggi ritmicamente interessanti, ma anche buffi (grazie alla tecnica dello staccato). Questo colore permette anche di arrotondare le linee di basso (contrabbasso, violoncello all'unisono), soprattutto in orchestra. Il timbro del fagotto aggiunge una sorta di ciliegina sulla delicata struttura della torta composta dagli archi bassi, facendoli emergere più morbidi e limpidi. Nei passaggi staccato/pizzicato dello stesso gruppo di strumenti, il fagotto conferisce alle note brevi una chiara presenza.
Nel registro acuto (da Do3 a Do4 circa) il fagotto abbandona il suo tipico suono un po' “ronzante” per uno più raffinato e nitido, il che è particolarmente vantaggioso nei passaggi solistici. La sua nota più acuta potrebbe essere definita come punto di passaggio all’estensione del corno inglese o all’ottava più bassa dell'oboe. Se il fagotto non ha ancora trovato un posto definitivo nella musica popolare, esso è un vero e proprio jolly nell'orchestra sinfonica. Il suo carattere sonoro si fonde con gli altri gruppi di strumenti come quasi nessun altro strumento: grazie alla sua intonazione più baritonale, offre sempre un suono pieno e discreto, dal timbro inconfondibile.
Conclusione: grazie alla sua estensione e al suo timbro, il fagotto può essere utilizzato come strumento solista o basso continuo.
Nella famiglia dei legni il fagotto è lo strumento più grave, il che significa che in una formazione composta da due elementi il primo fagotto si occupa del registro medio-alto e il secondo fagotto del registro medio-basso.