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3. Principles of Tone Generation

Come già accennato, le caratteristiche evidenti dei pianoforti verticali e a coda sono la tastiera, l'assegnazione di ciascuna nota a un gruppo di corde e la produzione del suono tramite la percussione delle stesse.

Alla pressione di un tasto corrisponde la “battuta” sulle corde del martelletto dotato di feltro. Sull’estremità posteriore del tasto troviamo infatti un elemento metallico detto “pilota” che, insieme a tante altre componenti (fino a 60 per un solo tasto), urta più o meno le corde, a seconda della dinamica del tocco. Il rapporto tra i punti più alti e più bassi del tasto e la distanza massima percorsa dal martello fino a colpire le corde si definisce profondità del tasto. Il rapporto di trasmissione meccanica è di circa 1:5, il che significa che 1 mm di corsa del tasto corrisponde a 5 mm di corsa del martello.

Moderna meccanica a ripetizione o doppio scappamento sui pianoforti a coda
Moderna meccanica a ripetizione o doppio scappamento sui pianoforti a coda

La profondità del tasto può variare leggermente a seconda dello strumento e del livello dell’esecutore: con ogni probabilità non sarà questo un criterio discriminante per il principiante, che dovrà prendere in considerazione altri decisivi aspetti di cui parleremo più avanti.

La differenza principale tra pianoforti verticali e a coda consiste nella posizione delle corde rispetto alla meccanica:

Mentre le corde di un pianoforte a coda scorrono orizzontalmente e la traiettoria del martelletto va dal basso verso l'alto, le corde e la meccanica di un pianoforte verticale sono disposte verticalmente e la traiettoria del martelletto va da dietro verso avanti.

Un'altra differenza significativa riguarda la posizione della tavola armonica:

In un pianoforte verticale, la tavola armonica si trova dietro le corde e i martelletti, mentre in un pianoforte a coda si trova sotto.

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