Uomini e donne scrivono le canzoni allo stesso modo?

Uomini e donne scrivono le canzoni allo stesso modo?

Da qualche anno a questa parte si discute del ruolo delle donne nel mondo musicale e dei limiti che ancora questo settore presenta nel riconoscere loro paghe eque al pari dei colleghi uomini, per non parlare della stessa stima e del rispetto. A quanto parrebbe, i risultati di alcuni studi effettuati sul modo in cui viene creata la musica, porterebbero alla luce un altra questione relativa alla disparità di genere. Siete curiosi? Leggete qui sotto!!


Secondo studi accurati, parrebbe che gli uomini pubblichino più canzoni delle donne, incidano per etichette discografiche più frequentemente delle donne e dispongano di una più ampia rete di collaboratori per produrre la propria musica. Gli autori di questi studi hanno analizzato quattro fattori principali: caratteristiche sonore, genere, affiliazione ad etichette discografiche e rete di collaborazione, in modo da identificare il genere (sesso) di un artista senza prendere in considerazione il tono vocale. 

Questi studi, secondo Agnes Horvat, autrice principale ed assistente del professore del dipartimento di studi sulla comunicazione della Northwestern, ci dà la possibilità di riflettere sulle sfide e le discriminazioni affrontate dalle musiciste: idealmente, un giorno avremo la giusta connotazione per il ‘metodo femminile‘ di produrre musica, peculiarità che potrebbe aiutare le donne a progredire meglio in questo settore e sostenere una più ampia gamma di talenti nella scena musicale globale composta da musiciste donne.

 

Lo studio

Horvat e i suoi collaboratori hanno raccolto dati da 6.164 artisti solisti maschi e 2.083 donne che hanno pubblicato 177,856 e 54,942 canzoni, rispettivamente, tra il 1960 e il 2000. Utilizzando questi dati, hanno ideato un algoritmo che è stato in grado di scegliere casualmente una canzone e dire con sorprendente precisione (nell’oltre 90% dei casi) se è stato creato da un artista maschile o femminile. Anche se la percentuale di donne nel settore è aumentata dal 20% al 25%, gli uomini hanno pubblicato più canzoni delle donne durante i 4 decenni presi in esame.

Il risultato di questi studi è stato pubblicato e presentato poi nel mese di giugno alla 13a Conferenza Internazionale dell’Associazione per il Progresso dell’Intelligenza Artificiale (AAAI) sul Web e sui Social Media (ICWSM 2019) in Germania.

Clicca qui per leggere la pubblicazione originale

 

I risultati

Yixue Wang, studentessa laureata nel programma di tecnologia e comportamento sociale a Northwestern, si definì molto entusiasta nel presentare tali risultati su larga scala poiché la maggior parte dei lavori precedenti forniva prove solo su piccola scala sulle disuguaglianze di genere nell’industria musicale.

Questa disuguaglianza rappresenta un problema irrisolto e affrontare il problema è la chiave per promuovere l’innovazione artistica, in questo caso, femminile.

Attingendo da un unico mash-up di crowdsourcing, dati curati algoritmicamente da The Echo Nest (una piattaforma di intelligence musicale ora di proprietà di Spotify), Horvat e Wang hanno identificato il genere di un artista analizzando quattro fattori:

  1. Le caratteristiche sonore della canzone (ad es. acustica vs. elettronica, ballabilità)
  2. Come gli ascoltatori hanno etichettato il genere della canzone (ad es. rock contro pop)
  3. Il disco della canzone-etichetta affiliazione e distribuzione
  4. La rete di collaborazione dell’artista

 

Cose ne traiamo da tutto ciò?

Lo studio ha scoperto che le caratteristiche sonore sono significativamente diverse tra uomini e donne, il che significa che c’è un tipico “suono femminile” e “suono maschile.” Per esempio, le canzoni degli uomini sono più ballabili delle canzoni delle donne, mentre le canzoni delle donne tendono ad essere più acustiche/intime delle canzoni degli uomini. Lo studio ha esaminato 571 generi a grana fine forniti dagli ascoltatori tramite social tagging.

Generi come il rock, l’elettronica, il rap, la techno e il reggae sono più comunemente associati agli uomini, mentre il pop, la voce, l’R&B, il vocal jazz e l’anima sono attribuiti ad artisti femminili, secondo i risultati. Gli ascoltatori assegnarono quasi tutti i 571 generi a grana fine almeno una volta ad artista maschile, ma meno della metà dei generi vengono assegnati ad artiste femminili, indicando che le donne sono note per creare in minor numero di stili musicali, ha detto Horvat.

Le artiste hanno, in media, meno collaboratori e meno mezzi a disposizione per riuscire ad emergere: ciò evidenzia quindi delle barriere strutturali che le artiste devono affrontare durante l’avanzamento delle loro carriere.  Inoltre, per quanto riguarda il numero di canzoni rilasciato da queste artiste, contrapposte a quello degli artisti uomini, su quasi 5.000 etichette, solo un terzo ha mai fatto incidere e scritturato almeno un artista donna. 

 

Conclusioni

La musica, come è noto, non è solo intrattenimento: essa rappresenta generazioni e culture, definisce i trend ed abbraccia ed incalza movimenti sociali e culturali. Evidenziare queste differenze di genere potrebbe aiutare a informare ed ad aprire dibattiti pubblici sulla mancanza di rappresentanza femminile.

Come sostiene Horvat, la musica è osservata da vicino dai giovani di tutto il  mondo e spesso fornisce loro dei modelli. Dei cambiamenti in questo settore sono necessari, non solo per rivendicare una parità di genere che nel Music business fa fatica ad emergere, ma anche per dare alle donne di tutto il mondo la possibilità di sentirsi rappresentate, apprezzate e per finalmente prese sul serio anche in musica, senza riserve.


Articolo scritto da Elena P.


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La passione di Simon per la musica nasce molto tempo fa, fino a portarlo al diventare arrangiatore, chitarrista e autore di musica auto-prodotta, pubblicata con la sua band, gli Onyria.

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