Teresa Rampazzi: pioniera italiana della sperimentazione

Teresa Rampazzi: pioniera italiana della sperimentazione

Le artiste donna che si danno all’elettronica in tutto il mondo sono sempre di più e sempre più apprezzate: c’è addirittura chi teorizza che, in futuro, la musica elettronica verrà automaticamente associata alle donne così come accade generalmente quando si pensa alla musica pop.

Scetticismo e pregiudizi però non sono di certo prerogative superate nei confronti delle donne che creano musica: eppure, se si parla di un movimento musicale sperimentale e d’avanguardia che ha completamente stravolto la musica e reso possibile la nascita di nuovi generi e sonorità parte dei meriti vanno proprio alle donne. Perché? Scopritelo in questo articolo – buona lettura!


Qualche cenno storico

Come già anticipato, l’avanguardia della musica elettronica, nata negli anni ’30, si sviluppa in maniera trasversale tra l’Europa e gli Stati Uniti e, tra i suoi pionieri, conta su un manipolo di donne che oggi potremmo definire visionarie, vere e proprie ricercatrici del suono, nella maggior parte dei casi esperte di ingegneria ed informatica e abili utilizzatrici di strumenti che per i più erano considerati fantascientifici.

Donne che sono state protagoniste essenziali per gli sviluppi della musica: senza la loro sperimentazione ed il loro spingersi verso i territori del suono mai esplorati, oggi non avremmo alcuni degli artisti che più stimiamo e che consideriamo degni portavoce di questo genere.

 

Chi è Teresa Rampazzi?

Fonte: Wikipedia

Teresa Rampazzi, nata Rossi, fu una di loro. Una visionaria. Una persona talmente dedita alla musica da volerne conoscere ed approfondire ogni più particolare aspetto. Nata a Vicenza nel 1914, il suo interesse per la musica sperimentale comincia prestissimo, complici i suoi primi studi a Milano e i successivi in Germania.

Durante i periodici soggiorni milanesi conosce e frequenta giovani musicisti che sarebbero poi divenuti importanti nel mondo artistico e musicale, tra cui Severino Gazzelloni, René Leibowitz Franco Donatoni. Negli stessi anni conosce Carlo Rampazzi il quale, a detta della musicista stessa, di tutti i suoi ascoltatori fu l’unico che davvero capisse la sua musica.

Fonte: teresarampazzi.it

La loro affinità musicale sfocia ben presto in un matrimonio, in seguito al quale la musicista deciderà di adottare il cognome da sposata Rampazzi. Dopo il matrimonio seguono due figli ed un’educazione in linea con la sua mentalità progressista, aperta alle novità musicali, artistiche e tecnologiche. Teresa educa i suoi figli secondo principi liberali ed egualitari, attenta alla parità uomodonna, incoraggiando letture e viaggi.

La Rampazzi prende spesso parte alle discussioni di natura ideologica, artistica e culturale: il suo salotto di casa diviene luogo d’incontro per personalità dell’arte e della musica, fra cui Sylvano Bussotti, John Cage, Italo Calvino, il gallerista Alberto Carrain, Diego Carpitella, Niccolò Castiglioni, Heinz-Klaus Metzger, Leone Minassian, Luigi Nono, Paolo Patelli, Karlheinz Stockhausen, Emilio Vedova.

 

Gli anni ’50 e ’60

Nel 1959 partecipa al Ciclo sulla musica d’avanguardia assieme a Bussotti, Metzger, Castiglioni e Carpitella. Il 7 febbraio 1959 si esibisce con Cage, Bussotti e Metzger, ma ben presto decide di abbandonare il trio poiché le sue scelte musicali cominciano a distaccarsi e a non corrispondere più a quelle degli altri componenti.

Insofferente verso dinamica patriarcale basata sulla dipendenza economica mogliemarito, decide di insegnare educazione musicale nelle scuole medie a partire dai primi anni Sessanta. In seguito, la Rampazzi decide di aprire il gruppo a numerosi studenti che ne mostravano interesse, ai quali offre la possibilità di utilizzare strumenti elettronici piuttosto innovativi per l’epoca. Oltre all’aspetto didattico, si è dedica anche alla composizione di colonne sonore, che le faranno ricevere riconoscimenti plurimi.

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Nel 1963, Il suo lavoro di “sperimentatrice del suono” si concretizza con l’entrata in formazione di un gruppo musicale chiamato NPS (Nuove Proposte Sonore), in concerto col quale Teresa si dedica ad una profonda e collettiva ricerca sul suono in ogni suo aspetto: fisico, acustico e psicologico. L’approccio possiamo definirlo quasi scientifico. L’onda sonora veniva analizzata e studiata, prima ancora di fare vera e propria musica.

Tra i titoli prodotti dal gruppo vi sono Ricerca (quattro oggetti sonori) nel 1965, Ritmo (tre oggetti basati sul ritmo) nel 1967 e Interferenze (due sui rumori colorati) nel 1968. Il gruppo in seguito collabora con altri laboratori italiani, come lo Studio di Musica Elettronica di Torino (SMET) e il Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (CNUCE) di Pisa.

 

Dagli anni ’70 alla scomparsa

Nell’ottobre del 1972 Teresa viene nominata docente del Corso Straordinario di Musica Elettronica nel Conservatorio di Padova, in cui trasferì tutti i suoi apparecchi e strumenti. Per tutta la durata corso insegnò tecniche analogiche, accostandosi nel contempo alla musica informatica. Il suo primo brano realizzato al computer, al CNUCE, è Computer 1800 (1972). Qualche anno più tardi, nel 1976, compone With the light pen, mediante l’utilizzo del software ICMS (Interactive Computer Music System) di Graziano Tisato.

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In seguito alla morte del marito nel 1983, Teresa si trasferisce per quasi un anno ad Assisi dove approfondirà i suoi interessi verso la musicoterapia, le religioni orientali, le lingue straniere (leggeva, scriveva e parlava correntemente francese, inglese, tedesco, russo), l’astronomia e l’architettura. Nel 1984 si stabilisce a Bassano del Grappa, costruisce un piccolo studio dotato anche di un sintetizzatore DX7, con cui compose brani fino ai primi anni Novanta.

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Ulteriori informazioni

Teresa ci ha lasciato il 16 dicembre 2001. La musicista ha donato la sua biblioteca personale al Conservatorio di Padova (partiture per pianoforte e saggi, consultabili liberamente) ed al Corso di Musica Elettronica si utilizzano tuttora gli strumenti da lei donati quando le venne istituita la cattedra.

 

Conclusione

Questa donna, estremamente brillante e di larghissime vedute, ha avuto un ruolo di primo piano (in Italia e non solo) nello lo sviluppo e diffusione della musica elettronica. Spesso ci si dimentica di donne che, come lei, hanno rivoluzionato e dedicato la propria vita alla musica all’ombra degli artisti più “commerciali”. A fianco dei “soliti nomi” il loro nome viene citato poche volte e, benché nessuno neghi loro i meriti e i successi, sarebbe buona cosa iniziare a nominarle e ricordarle più spesso, così che anche le generazioni a venire possano conoscerne la storia e, chissà, trarne ispirazione.


Articolo scritto da Elena P.


Conoscevi già Teresa Rampazzi? Ci sono altri artisti (magari sconosciuti ai più) di cui pensi che dovremo parlare? Faccelo sapere con un commento!

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La passione di Simon per la musica nasce molto tempo fa, fino a portarlo al diventare arrangiatore, chitarrista e autore di musica auto-prodotta, pubblicata con la sua band, gli Onyria.

2 commenti

    Bellissima storia.
    BELLISSIMA in quanto donna , perché unica e straordinariammente moderna.Si mi piacerebbe che si parlasse di un artista che ama la musica elettronica più di se stesso.
    Valerio Cosi.

    Grazie per il commento 🙂 La nostra rubrica ‘Donne della musica italiana’ punta a dare visibilità a donne importanti che hanno cambiato la storia della musica in Italia (e non solo).

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