Sinestesia – i colori della musica

Sinestesia – i colori della musica

Ah, la primavera. Un periodo così… giallo? Beh, almeno nella mia mente. Il cervello umano è unico e misterioso, e ha un modo strano di funzionare. Talvolta, infatti, la mente ti porta su strani percorsi cognitivi di associazione. La sinestesia è un fenomeno in cui una qualche forma di stimolazione o percorso cognitivo porta a esperienze alterate/aumentate della nostra realtà in relazione alla sollecitazione sonora. Vedi i colori mentre suoni o ascolti musica? Questo significa che potresti essere… un sinesteta! Approfondiamo questo argomento…

In parole povere

Angela Nelson di WebMD descrive abbastanza bene il fenomeno: “La Sinestesia (Synaesthesia) è quando ascolti la musica, ma vedi le forme. Oppure senti una parola o un nome e vedi immediatamente un colore. Sinestesia è solo un nome di fantasia per quando sperimenti uno dei tuoi sensi attraverso un altro. Ad esempio, potresti sentire il nome “Alex” e vedere il verde. Oppure potresti leggere la parola “strada” e visualizzare nella mente degli agrumi.” In questo articolo del blog stiamo esaminando la sinestesia sotto forma di cromoestesia, dal suono al colore.

 

Colori e vibrazioni

Accadono diversi tipi di esperienze nella mente delle persone con una mente cromo-estetica. Ad esempio, alcuni potrebbero vedere un cerchio arancione quando sentono una tromba suonare, mentre altri potrebbero trovare il suono della tromba molto “arancione”. Gli individui con cromestesia percepiscono ogni suono con una sensazione colorata attraverso un processo spontaneo, mai forzato. Questa spruzzata di colore è indotta da diverse esperienze uditive come musica, parole e/o suoni quotidiani. Per alcuni, è questione di tonalità e per altri, è il timbro: la forma della cromo-estesia dipende fortemente dall’individuo. Tuttavia, gli studi hanno riportato che sinesteti e non sinesteti associano i suoni acuti con colori più chiari o più luminosi e i suoni gravi con colori più scuri.

 

Inizia quando sei bambino, e rimane per sempre

La cromostesia di solito inizia nell’infanzia, quando la mente è facilmente alterabile e molto flessibile, e non cambia forma durante la vita dello sperimentatore. Ad oggi, per dirla tutta, non si è capito ancora molto della cromostesia sotto il profilo scientifico. Gli psicologi comportamentisti dal 1920 al 1940 la chiamavano “poco più che un’associazione indotta”.

 

Compositori con menti sinestetiche

 

Franz Liszt  fu un compositore noto per aver chiesto agli artisti di suonare in diversi colori. Quando chiese alla sua orchestra di suonare in un “modo più blu”, i musicisti pensarono ad uno scherzo. Era proprio così che Liszt sentiva e vedeva il timbro nell’orchestra.

Leonard Bernstein ha descritto la sua cromostesia come “timbro per colore”. Odiava quando un’orchestra o un solista cambiava il “timbro” che egli aveva immaginato per la sezione del pezzo in esecuzione. Nessuno degli ascoltatori avrebbe (o ha mai) sentito la differenza, ma la sua mente cromostesica sì.

La sinestesia di Amy Beache associava ogni chiave e tonalità a un colore particolare. Se un artista cambiava la tonalità/chiave del brano per adattarla alla propria voce, Amy Beache dava di matto: cambiando il suono, cambiava la rappresentazione e l’emozione del pezzo e, soprattutto, il colore fondamentale.

Jean Sibelius aveva talenti sinestetici. Poteva sentire diversi colori: il do maggiore era rosso, il fa maggiore era verde e il re maggiore era giallo. Le storie raccontano che da bambino il compositore ascoltava le persone suonare il piano a casa sua e collegava le scale e gli accordi alle strisce multicolori di un tappeto sul pavimento. Il colore preferito del compositore era il verde chiaro, preferibilmente leggermente giallastro piuttosto che bluastro. “È una via di mezzo tra Re e Mi bemolle”, spiegò il compositore.

 

Conclusione

La sinestesia può essere uno strumento potente, ma può anche avere la tendenza ad essere un po’ fastidiosa, come “capacità”, per la vita di tutti i giorni. Proprio come accade con il cosiddetto “perfect pitch”, l’orecchio assoluto, se sei sinestetico sarai sempre legato a una serie di ragionamenti e reazioni ai suoni, durante i quali la tua mente e le tue associazioni cognitive sono fuori dal tuo controllo.

Detto ciò, la musica ha molti aspetti diversi che tutti possono in qualche modo “vedere” come scuri o luminosi, rossi o verdi, aperti o chiusi e tutti associamo musica e suoni a modo nostro. Le emozioni potenti sono il veicolo trainante che ci lega alla musica. Concludiamo con un brano dell’immenso Sibelius, la sinfonia n. 2 o, come la chiamerebbe lui, la sinfonia gialla!

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Anche tu associ a tonalità o note dei colori o delle immagini? Faccelo sapere con un commento!

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La passione di Simon per la musica nasce molto tempo fa, fino a portarlo al diventare arrangiatore, chitarrista e autore di musica auto-prodotta, pubblicata con la sua band, gli Onyria.

1 commento

    Diciamo che oltre che i colori io vedo gli angoli, ad esempio mi riesce molto facilmente improvvisare o anche interagire accompagnando ad orecchio brani anche mai sentiti prima. In questi casi vedo i passaggi ad angolo, corrispondenti alle distanze tra le note. Se capisco che in un certo punto dego metterci una quarta della nota attuale, vedo un angolo retto, e così via. Con lo stesso procedimento riesco a riprodurre di getto melodie mai provate prima. I tempi di elaborazione mentale sono pressoché immediati

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