
Tenere un buon vinile in mano è una sensazione unica, soprattutto dopo averlo scelto scartabellando tra svariate proposte presso un popolare negozio di musica. Feticismo? Ossessione? Forse, ma l’acquisto del vinile è una di quelle pratiche che ha resistito al progresso tecnologico, e con questo articolo proviamo a capire perché.
Un supporto tattile durante l’era digitale
Il ‘formato fisico‘ delle cose è una rarità di questi tempi: ormai è tutto digitale, immagazinato nei nostri dispositivi o accessibile in streaming. I solchi di un vinile, l’aspetto e anche l’odore della carta di cui è composta la copertina sono sensazioni uniche – così come le parti meccaniche del giradischi. Tutti questi pixels e bit, dopo un po’, sono davvero troppo.
Un investimento per il collezionista
Molti collezionisti di vinili non tolgono nemmeno l’involucro di plastica dai propri dischi. Perché acquistarlo se poi non puoi ascoltarlo? Beh, perché se collezioni e smerci vinili come hobby (o professione), sai bene che certi dischi acquistano valore col tempo, soprattutto se in perfette condizioni. E comunque, basta comprarsi una seconda copia da “consumare”.
La copertina in grande formato
La copertina di un disco ha un valore artistico e simbolico pari a quello della musica stessa. Avere una stampa 12×12 cm sui dischi è davvero poco entusiasmante: le dimensioni di gran lunga maggiori del vinile permettono di vedere da vicino tutti i piccoli dettagli che compongono l’illustrazione (o fotografia). Arte visiva.
- G’n’R – Appetite for Destruction
- Neil Young – On the Beach
- Bon Iver – 22, A Million
- Puff! – Living in the Party Zone
Alta fedeltà non compressa (con imperfezioni)
Come non menzionare il SUONO del vinile. Se il mastering viene effettuato in previsione del vinile, il risultato finale può essere incredibile, di gran lunga migliore del formato digitale: c’è un carattere più “caldo” nel risultato, una pasta analogica difficile da descrivere a parole. Non sentirai ogni dettaglio in maniera cristallina come su un CD utilizzato su un sistema hi-fi, nonostante tu ci possa andare molto vicino. Spesso poi, le imperfezioni (dati spesso da graffi o polvere) sono una caratteristica unica del vinile, ricercata da chi ascolta musica – al punto in cui molti produttori e fonici cercano di riprodurre queste “imperfezioni” all’interno di produzioni “perfette”!
Prendersi del tempo per ascoltare
Il rituale stesso del vinile fa parte dell’esperienza. Ormai siamo tutti circondati da musica: bar, negozi, addirittura all’aria aperta. Playlists di Spotify ovunque e tutto il giorno, lasciando gran poca importanza e valore alle singole canzoni. Ormai la musica, per molti, è diventata un consumo non indispensabile relegato al sottofondo delle nostre vite.
Con un vinile, c’è da prendersi del tempo per ascoltare. Va estratto dalla custodia, poggiato sul giradischi e va posizionato l’ago. Il tutto è molto rilassante e quasi… rituale! Sedersi su una comoda poltrona e ascoltare il vinile è una cura per lo stress e per l’anima. Una volta finito il lato A, si gira il disco per passare al lato B. Manualità, interazione. Vita.
Il ritorno del vinile è una realtà, sempre più persone cercano di sfuggire all’ormai standardizzata realtà digitale e “perfetta” dei nostri tempi. La musica analogica ha un altro sapore, e molti se ne stanno accorgendo. Ovviamente le vendite dei vinili non eguaglieranno mai le vendite digitali o i numeri dello streaming, ma non stanno nemmeno calando, il che ci da molta speranza. Dal 2006 gli introiti da vendita diretta di dischi in vinile è passata da 36 milioni di dollari a 700 milioni (2019) – e anche durante la pandemia CoVid19, i numeri hanno continuato a crescere.
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E per rimanere ispirati…
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6 commenti
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Paolo risponde:
ma davveri dite, con questa sfilata di luoghi comuni?
Carlo risponde:
Tutti i passaggi sono digitali poi, alla fine,metto un’ inutile passaggio analogico col vinile. Purtroppo c’e tanta gente ignorante da poter prendere prendere in giro. Mi ricorda la cavolata di inserire una o due valvole termoioniche in un lettore di CD che lavora in digitale con migliaia di transistors. Leggendo forum e gruppi di HIFI mi rendo conto che la massa non ha idea ne dell’acustica ne dell’elettronica.
Mondaini marco risponde:
Gli lp sono musica per l’anima.
Quando parlo di un determinato disco con qualcuno che lo ascolta in digitale non conosce e non ricorda cosa ha ascoltato dopo il terzo pezzo .
Franco Colombo risponde:
Sono abbastanza daccordo con Paolo e Carlo. Per quanto concerne il commento di quest’ultimo per esperienza ho notato che alcuni vinili comprati in questi anni, ristampe di vecchi LP, comunque propio in virtù del processo di rimasterizzazione hanno perso la qualità del suono originale;è vero che i vecchi LP hanno un suono più naturale(io ascolto soprattutto classica) ma per esaltarne la qualità ci vogliono impianti di alto livello molto costosi.
Fortunato risponde:
Il 33 giri se lo conosci lo eviti , com’era per l’Aids . Il vinile è un modo semplificato di denominare il pvc , polivinile cloruro , che la totalità delle persone a pronunciarlo non sa lontanamente cosa sia .
PLASTICA , nient’altro che plastica .
Io continuerei a chiamere , come ai vecchi tempi , il disco “disco” , e sottolineerei , sconsigliandone l’uso , la scarsa qualità della tecnologia che lo caratterizza , alla luce del progresso scientifico applicato alla riproduzione del suono attuale .
Gianfranco alfano risponde:
ascoltare musica con il vinile significa nn ascoltare musica, x ke’ ascoltato un disco, dopo nn ti va + di metterne un’altro x ke’ e’ troppo laborioso e quindi lasci perdere!