
Oggi parliamo di una vera e propria icona della storia della musica italiana, Nada: icona ribelle degli Anni 70 che ha debuttato appena adolescente, ha recitato con Dario Fo e cantato con gruppi rock giovanissimi e della scena underground.
“La mia vita è stata sempre rock. E pensare che non ho scelto io di cantare…”
Gli esordi
Nada Malanima è una cantautrice nata a Gabbro, frazione di Rosignano Marittimo (in provincia di Livorno) il 17 novembre 1953.
Debutta a soli 15 anni al Festival di Sanremo del 1969: soprannominata da subito “il pulcino di Gabra” presenta, con i Rokes, il singolo “Ma che freddo fa“. Il brano non fu tra i favoriti in gara, ma divenne un successo commerciale importante tale che, per cinque settimane, fu al primo posto nella hit parade in Italia, acquisendo anche una discreta notorietà all’estero.
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I primi anni del successo, però, non furono semplici, per la cantante: a detta della stessa Nada, accadde tutto troppo presto e troppo velocemente. “Salivo sul palco spaurita. Anzi, terrorizzata. Non capivo perché dovevo esibirmi davanti a tanta gente. Cantavo, uscivo dal palco, vomitavo, rientravo. Avevo smesso di mangiare.” La giovanissima artista iniziò a soffrire d’anoressia, aggravando la propria condizione al punto da dover essere nutrita tramite flebo.
Gli anni ’70
https://youtu.be/M8G6-ORchP4
Tra l’aspettativa del pubblico e la pressione che il successo comporta, l’adolescente Nada non aveva neppure avuto il tempo di elaborare e metabolizzare ciò che le stava accadendo. “Facevo cose che non capivo, era troppo presto. Mi piaceva cantare, ma dalle suore, coi compagni di scuola, alle festicciole di paese. Fu mia madre a portarmi da un maestro di musica. Aveva un’intelligenza superiore rispetto all’ambiente in cui vivevamo, aveva intuito che possedevo un talento e che potevo avere successo”.
Crescendo, Nada comincerà a muovere i suoi passi in maniera più decisa e consapevole: nel 1970 si ripresenta a Sanremo con Ron, ma è il ’71 il suo anno fortunato: con Nicola Di Bari vince, infatti, con il brano “Il cuore è uno zingaro”. L’anno successivo si classifica terza con il brano “Re di denari“.
https://youtu.be/vk69MwiRhLE
Dal ’73 l’artista decide di dare alla sua carriera una svolta musicale più matura, cominciando ad avvicinarsi allo stile cantautorale di Piero Ciampi e di altri grandi nomi della musica italiana. Questa scelta non le permette però di imporsi nuovamente nelle classifiche musicali del periodo. Decide così, verso la fine degli anni 70 e l’inizio degli ’80, di tornare alle “origini”. Riscuote nuovamente successo e, nel 1983, con il passaggio alla EMI, da alla luce l’album Smalto, che diverrà uno dei suoi lavori più apprezzati. “Amore disperato” di Nada divenne infatti uno dei brani simbolo del decennio, trainando il disco nelle vendite e in tutte le classifiche.
Dagli anni ’90/2000 ad oggi
Non più pienamente soddisfatta del proprio lavoro però, negli anni ’90 e ’00 Nada decide di dedicarsi definitivamente alla musica cantautorale. Parecchie furono le collaborazioni risalenti a questo periodo: da Paola Turci agli Zen Circus, senza dimenticare i Criminal Jokers di Francesco Motta.
Nel 2004 il brano “Senza un Perché” raggiunge un successo notevole tanto che, nel 2016, lo stesso viene scelto e inserito nella colonna sonora della serie “The Young Pope” di Sorrentino.
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Per aver fatto così tanto per la musica Italiana, Nada ha ottenuto grandi riconoscimenti a livello musicale. Non c’è da dimenticare però anche la sua carriera d’attrice, che le ha permesso di ricoprire ruoli importanti in film e fiction Italiane. Spicca la partecipazione al film “Con gli occhi chiusi” del 1994, in cui canta anche nella colonna sonora composta dal maestro Ennio Morricone.
Recentemente l’artista ha alternato un album fatto con Garage Band, il software che usano i giovani sui prodotti Apple, ad un altro album realizzato con John Parish, il produttore di P. J. Harvey: “C’è pazzia, e c’è libertà. Sono due mondi distanti, ma io riesco a farli coincidere in me e nel mio lavoro.“ dice Nada. “John produrrà anche il mio prossimo disco che registrerò a maggio a Bristol e che dovrebbe uscire in autunno. E poi sto scrivendo un nuovo libro… Sono all’inizio, parto come sempre dalla mente e dalla vita di una donna. Scrivere mi ha permesso di scoprire tante cose di me.”
Conclusione
Questa artista strepitosa incantava l’Italia appena 15enne ma, come spesso ci insegna la storia, il successo in giovane età è una pericolosa arma a doppio taglio. Dietro una fama così prematura ci si dimentica spesso che sacrifici e sofferenze possono essere all’ordine del giorno, e che l’aspetto psicologico non è mai da sottovalutare. In merito a questo, infatti, si parla spesso di “giovinezze rubate”, giovani prodigi che finiscono per non reggere più tutto quel mondo dorato fatto di aspettative e continue pressioni.
Articolo scritto da Elena P.
E voi che cosa ne pensate?
Diventare delle giovani celebrità può in qualche modo condizionare lo sviluppo psicologico ed avere dei risvolti negativi? Faccelo sapere con un commento!
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