
Musica e moda sono interconnessi su svariati livelli: l’una influenza l’altra e viceversa, in una spirale senza fine di cambi di trends e abitudini. Sapevi che alcuni stili sono nati GRAZIE alla musica? E che alcuni trend di moda influenzano la musica stessa?
Ma la moda è importante per la musica?
Beh, sì – che ti piaccia o no – e succede da molto prima della rivoluzione di MTV. Come ha detto Jon Batiste: “Le persone ti vedono prima di sentirti, e quando ti guardano, deve già risuonargli qualcosa in testa”. Avere una forte immagine può aiutare band e artisti a distinguersi dalla massa, incanalare un certo tipo di messaggio e andare di pari passo con la proposta musicale offerta.
Artisti leggendari hanno tutti un immagine unica e iper-riconoscibile (cilindro e Rayban di Slash, gli outfit di alta moda di David Bowie, gli abiti eleganti bianchi o viola di Prince – è questa l’immagine che ti si forma in testa quando pensi a loro) che li ha aiutati a essere vere e proprie icone.
D’altra parte, anche chi ascolta musica ha una inclinazione spontanea e naturale a vestirsi secondo lo stile di ciò che gli piace ascoltare – il desiderio di conformazione con chi condivide le nostre passioni e interessi fa parte del nostro DNA.
Gli anni ’50
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La II Guerra Mondiale era da poco finita, c’erano pochi tessuti in circolazione e gli stilisti avevano un grosso problema. Per fortuna, grazie anche all’ascesa di svariati generi musicali che, dalla fine degli anni ’40 e durante i primi anni degli anni ’50, la situazione è cambiata.
Il Rock’n’roll nacque, e così accadde alle “Bobby–soxers“, teenagers americane OSSESSIONATE dai cronners dello stampo di Sinatra. Calzetti grossi alla caviglia, fiocchi per capelli, jeans con risvoltino, gonne e maglioni larghi che pescavano dalle ultime tendenze della moda Francese dell’epoca. Gli anni ’50 sono stati anche la decade che ha dato il via al fenomeno Teen pop, soprattutto grazie a Elvis Presley: una piccola rivoluzione, precursore della ben più grossa ondata degli anni ’60, concretizzatasi con i The Beatles e la Beatle-mania.
Gli anni ’60: l’epoca d’oro
https://www.youtube.com/watch?v=YMr19qBD8EE
Gli anni ’60 sono tipicamente associati a tre macro-movimenti: Hippies, Mods e… Beatles. L’influenza dei Fab Four sullo stile dei giovani di tutto il globo fu seconda a nessuno e, tanto quanto la loro musica si evolse durante gli anni, così mutarono e cambiarono i loro outfit, la moda e le loro scelte estetiche personali (capigliature e barba compresi), con un effetto sulla popolazione dell’epoca enorme.
I “Mods“, d’altro canto, risulteranno forse poco noti ai nostri lettori più giovani: il movimento nacque negli anni ’50, quando i Londinesi iniziarono ad ascoltare musica jazz “modernizzata“, chiamandosi “modernisti”. La parte musicale si evolse in ska, R&B e soul durante gli anni ’60, mantenendo al contempo una proposta stilistica e sartoriale che pescava dallo stile Bohemièn della generazione Beatnik. Gli appunti stilistici della corrente Mods rimangono tutt’ora una delle influenze più grandi per la sartoria e l’alta moda contemporanea.
Infine, gli anni ’60 furono anche sinonimo di movimento hippie: una protesta pacifica ed esteticamente appariscente alla guerra in Vietnam. I testi delle canzoni iniziarono a parlare di storie di vita vera e realtà (negativa o positiva che fosse), non più di situazioni idilliache e poco attinenti alla realtà. Il consumo sempre più elevato di LSD e la popolarità di tutti i tipi di droghe contribuì alla nascita di nuove sonorità e generi. Tutto divenne un trip, ed è perfettamente udibile nei lavori musicali del decennio.
Gli anni ’70: punk e glam
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Potremmo riempire almeno 10 articoli solo parlando dei fattori culturali che hanno portato alla nascita del movimento punk e all’importanza dello stesso. Il punk nacque come dal movimento Mods ma con un approccio più duro, aggressivo ed estremo sulla parte musicale, che si trasformò poi in un adattamento estetico che andava di pari passo, creando il famoso “outfit” punk.
Il punk è sottolineare quanto tu sia diverso dagli altri, con una dichiarazione implicita e visuale molto chiara e preponderante, che si accompagna a musica altrettanto esplicita tanto nei suoni quanto nei testi. D’altronde, il punk è considerata la prima sub-cultura musicale dell’epoca moderna.
Totalmente all’opposto di ciò, il glam nacque come risposta ad una volontà di avere effetti, performances e outfit musicali sempre più “grandi, impressionanti e maestosi” nella scena mainstream: in poche parole, tutto “over the top”. Ripensandoci, forse fu Star Wars il catalizzatore del movimento glam, dato che in quest’ultimo gli elementi Sci-Fi sono davvero preponderanti.
David Bowie, i KISS e Gary Glitter: la parte visuale ed estetica era importante tanto quanto la musica, plasmando il glam rock (basti pensare agli album concept di Bowie dell’epoca). La parte estetica non si affermò molto nella moda comune, dato che i requisiti in termini di vestiario erano un po’… “troppo” per la vita di tutti i giorni.
Gli anni ’80 e ’90
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Gli anni ’80 furono un periodo di transizione, durante il quale glam rockers e fan dell’heavy metal pescarono ispirazione dagli anni ’70 ma anche a domandarsi verso quale stile rivolgersi. Uno dei movimenti “originali” degli anni ’80 è sicuramente il movimento goth, legato a doppio filo alla scena death rock. I The Cure sono una band-simbolo del movimento. Gli outfit tipici del genere, così come accadde per il glam, non trovarono grande riscontro nel vestiario comune di tutti i giorni data la loro natura un tantino… estrema!
Negli anni ’90 il Grunge prese il sopravvento, mettendo in musica la rabbia e l’ansia di una intera generazione. Il cosiddetto sogno americano iniziava a scolorirsi e perdere di fascino, mentre sempre più famiglie erano costrette a vivere in sobborghi e periferie, combattendo con recessione, disoccupazione e crisi economiche globali. Il grunge è un esemplificazione di tutto ciò anche nel vestiario: vestiti semplici, dismessi, stropicciati e volutamente “cheap”, con un attitudine menefreghista verso i costumi dell’alta società, disdegnando gli abiti costosi. Il Grunge è al momento soggetto di un revival parecchio importante, sebbene molto diverso dall’originale e attuato e indossato dalle persone sbagliate.
Infine, e non meno importante, gli anni ’90 furono anche e soprattutto sinonimo di hip hop e cultura Afroamericana e quartieri urbani. New York, Los Angeles e Detroit furono palchi inconsapevoli di battaglie rap, breakdancing, DJ e giradischi e molto altro. La cultura hip hop prese il sopravvento, diventando una delle correnti stilistiche più predominanti del decennio, protraendosi fino ai giorni nostri.
2000 – oggi
Sebbene il nuovo millennio abbia introdotto nuovi trends e novità, si è iniziato a guardare sempre più ostinatamente al passato, riportando in auge mode e tendenze dalle varie annate (o singoli anni!) in maniera ciclica – quasi tutte le subculture moderne sono, a loro modo, reinterpretazioni delle grandi correnti stilistiche del secolo scorso.
La musica è un animale in continua evoluzione, e così lo è la moda: le due cose continueranno ad andare avanti assieme, talvolta su binari paralleli, altre volte in maniera del tutto slegata, se non in anti-tesi. Ed è proprio questo il bello!
La moda rappresenta per te un aspetto fondamentale del tuo essere, o la ignori completamente? Faccelo sapere con un commento!
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