Sanremo Ariston
Le 10 canzoni più belle di Sanremo

Le 10 canzoni più belle di Sanremo

Inizia il mese di febbraio ed in contemporanea si avvia il settantatreesimo Festival di Sanremo. Come ogni anno, si svolgerà al Teatro Ariston di Sanremo dal 7 all’11 febbraio con la conduzione di Amadeus.
Il Festival di Sanremo che piaccia o non piaccia, farà sempre parlare di sé.
Il Festival inizialmente considerato come un “Festival di Musica Popolare” negli anni ha subito moltissime trasformazioni. Dal cambio di palco dal salone delle feste del Casinò di Sanremo all’attuale Ariston, passando per diventare un appuntamento fisso negli anni 70’ con l’avvento dei televisori su scala industriale. Fino ad arrivare ad oggi, che non è solo una passerella per la musica, ma anche per la moda ed il costume (N.d.R. il vestito di Belen). In questa classifica abbiamo voluto ricordare un po’ della storia di Sanremo con alcuni pezzi memorabili, e anche qualche canzone di cui ci siamo forse dimenticati…


1. Domenico Modugno – Nel Blu Dipinto di Blu
(Sanremo 1958)

Impossibile non citare Nel Blu Dipinto di Blu nella classifica dei 10 migliori brani di Sanremo secondo Thomann. Scritta nel 1958 da Modugno e Franco Migliacci, la storia originale di questa canzone è ancora per molti un mistero.

Inizialmente, Modugno dichiarò che gli venne in mente la celebre frase “Volare Oh Oh” mentre osservava il cielo blu di Roma dal suo appartamento, successivamente, Migliacci ribatté che l’idea gli venne guardando un quadro di Chagall.

Il mistero però s’infittì quando Modugno affermò che l’idea venne quando entrambi stavano passeggiando sul Ponte Milvio ed uno dei due avrebbe esclamato “di blu m’ero dipinto”.

Qualunque sia la storia, il brano è un classico e vinse Sanremo nel 1958, e non solo! Vinse anche Disco e Canzone dell’anno. La canzone è stata reinterpreta tantissime volte, sia da artisti Italiani che Internazionali.

Per citarne alcuni: David Bowie, Mina e addirittura Sir. Paul McCartney in alcune sue esibizioni dal vivo in Italia.

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2. Luigi Tenco – Ciao Amore, Ciao
(Sanremo 1967)

Come non citare Luigi Tenco, cantautore della famosa scuola Genovese assieme a Bruno Lauzi, De Andrè, Giorgio Calabrese, Gino Paoli. Nonostante abbia scritto moltissime canzoni, volevamo citare questa per la sua, purtroppo, tragica storia a Sanremo.

La canzone è tristemente nota per essere legata al suicidio di Tenco, avvenuto a Sanremo il 27 gennaio 1967. In seguito all’accaduto, la canzone subì un notevole incremento nelle vendite fino ad arrivare a 300.000 copie vendute un mese dopo il Festival di Sanremo.

Il testo fu rivisitato diverse volte prima di giungere alla stesura finale. Tenco, infatti, ne elaborò almeno una decina, molte delle quali rimaste poi inedite. La canzone è in parte una canzone d’amore e in parte una canzone di critica verso la società moderna.

La frase poco prima del primo ritornello: “Per Saper se domani si vive o si muore”, presa fuori contesto, è agghiacciante. Sembrava quasi prevedere ciò che sarebbe accaduto poco dopo l’esibizione a Sanremo del 1967.

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3. Lucio Dalla – Piazza Grande (Sanremo 1972)

Forse in pochi sanno che anche il grandissimo Lucio Dalla ha cantato a Sanremo. Era il 1972 quando il cantante bolognese appena trentenne, saliva sul palco dell’Ariston e cantava “Piazza Grande”.

Secondo lo stesso Lucio Dalla, il brano parla di un bohémien. La Piazza Grande a cui fa riferimento la canzone è Piazza Cavour, e non Piazza Maggiore come molti pensano. Il testo della canzone fu scritto assieme a Gianfranco Baldazzi, Sergio Bardotti, Rosalino Cellamare ed era un’allusone ad un posto che appartiene a tutti. Non a caso, le piazze nel Nord Italia spesso vengono chiamate genericamente Piazza Grande.

La musica, invece, è nata da un giro di chitarra, durante un viaggio su una nave che da Napoli andava verso la Sicilia. Un giro influenzato dalle sonorità country Americane ma che fu successivamente riadattata per avvicinarsi ad uno stile più “italiano”.

Benché la canzone sia un classico, probabilmente non fu accolta benissimo dal pubblico di Sanremo abituato a brani più semplici. Tuttavia, il brano si classificò all’ottavo posto e Dalla dopo diverse partecipazioni al festival, non tornò più sul palco.

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4. Matia Bazar – Vacanze Romane (Sanremo 1983)

Un ritornello dal ritmo incalzante adornato da sintetizzatori, strofe tese e misteriose tendente all’esoterico e con accenni all’opera lirica.

I Matia Bazar furono dei pionieri del genere Synth-Pop in Italia durante i loro anni d’oro. Questa canzone si piazzò al quarto posto al Festival di Sanremo del 1983 anche se, forse, avrebbe potuto ambire ad un gradino in più sul podio.

Il contrasto tra stile anni ’30 e strumentazione futuristica fanno di questo brano una sperimentazione unica dei suoi tempi. Il tastierista dei Matia Bazar, Mauro Sabbione, mescolò timbri fantascientifici con suoni più classici, tipo violini, viole e violoncelli, utilizzando un Yamaha DX7 assieme alla drum machine Oberheim DMX. Emerge subito da un primo ascolto il mix tra generi musicali così distanti tra loro: Synth Pop, Rumba ed Opera Lirica.

Questo brano fu un chiaro brano di rottura nel gruppo. Iniziando ad allontanarsi dallo stile progressive, ed avvicinandosi alla musica elettronica che iniziava a farsi strada in Italia. La bellezza di questo brano emerge dal contrasto tra strumenti così distanti tra loro ma allo stesso tempo melodici al punto giusto!

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5. Vasco Rossi – Vita Spericolata (Sanremo 1983)

Nello stesso anno dei Matia Bazar, non può che saltare all’occhio un giovanissimo Vasco Rossi ad il suo secondo anno consecutivo al Festival di Sanremo. Un pezzo sicuramente diverso dall’electro-pop dei tempi. Una Vita Spericolata é un pezzo con forti influenze rock. Nell’intro, la chitarra con toni puliti suona un arpeggio dissonante giocando tra il Do maggiore e il Do con la quinta aumentata. A seguire entrano batteria, piano e, in chiusura, un assolo di sassofono, un forte richiamo al blues americano.

Un brano tutt’oggi conosciuto da molti giovani e sicuramente un simbolo di un’Italia che voltava faccia, la politica segnata dagli Anni di Piombo e dal terrorismo delle Brigate Rosse iniziava a sgretolarsi portando così l’inizio della globalizzazione ed un incrementato senso d’individualismo.

La canzone spinge il messaggio del “vivere la vita come viene”, perché non si sa domani cosa potrebbe portarci, tra mille avventure e difficoltà personali. Nonostante la canzone sia molto famosa, si piazzò solamente all’ultimo posto nell’edizione del 1983 del Festival di Sanremo. Bè, beviamoci su al Roxy Bar, che forse è meglio.

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6. Mia Martini – Almeno Tu Nell’Universo (Sanremo 1989)

Come non citare questo brano in questa classifica dei migliori brani di Sanremo! Nonostante la canzone uscì a cavallo tra gli anni 80 e gli anni 90, la canzone fu scritta da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel 1972 (ben 17 anni prima!). Questa decisione fu presa da Bruno Lauzi, che si era impuntato che a cantare il brano per prima fosse proprio Mia Martini.

Tra il 1983 e il 1989, Mia Martini si era allontanata dalla scena musicale a causa di diverse vicissitudini ed eventi negativi, uno di questi fu durante un concerto in Sicilia. Il bus sul quale viaggiava per il proprio tour fece un incidente, e due dei suoi compagni morirono.

Iniziò ad essere etichettata come “porta jella”. Addirittura, la RAI, iniziò a mandare in onda in maniera sempre più riduttiva i suoi brani, poiché non veniva vista di buon occhio da molte persone.

Dopo quasi sei anni, Mia Martini, decise di fare un ritorno sulla scena proprio con questo brano.

Almeno Tu nell’Universo, una delle migliori canzoni di Sanremo e, probabilmente, della musica italiana. Un ritorno coi fiocchi, chapeau!

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7. Elio e le Storie Tese – La Terra dei Cachi (Sanremo 1996)

Gli Elio e le Storie Tese famosissimi per il loro rock progressivo a stampo comico parteciparono a Sanremo nel 1996. Una sorpresa per il pubblico poiché era la prima partecipazione per la band che addirittura si aggiudicò il secondo posto!

Raramente si era visto qualcosa di così irriverente al Festival, il quale cambiò le dinamiche sul palco dell’Ariston. La Terra dei Cachi fu un passo importante a Sanremo, aprendosi così anche a generi molto diversi dagli anni precedenti.

Il brano è una chiara satira all’Italia. Un’Italia imperfetta dove si convive con il tempo soleggiato e le tensioni social-politiche, i luoghi comuni ed il buon cibo. Insieme alle paure e alla voglia di distrarsi mangiando una “pizza in compagnia, o anche da solo”.

Altro aneddoto interessante del Festival di Sanremo del 1996 fu la partecipazione del Boss, Bruce Springsteen. Il palco dell’Ariston fu onorato di ascoltare il Boss con The Ghost of Tom Joad.

https://www.youtube.com/watch?v=0Cr68hCzJBI&ab_channel=Mos%C3%A8M.

8. Alex Britti – Oggi sono io (Sanremo 1999)

A cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio, a Sanremo sezione Giovani, vince il primo posto Alex Britti con “Oggi sono io”.

Ai tempi esordiente, con questo pezzo Alex Britti riuscì a sfoggiare tutto il talento della sua voce e anche della sua tecnica chitarristica, influenzata dal blues e dal brit-pop Britannico.

Nella produzione emergono i colorati accordi di chitarra e la batteria stile lo-fi, era chiaro che la tecnologia stava cambiando il modo di registrare.

In questo brano emerge un netto distacco dalle canzoni classiche del cantautorato italiano, con influenze alternative rock, hip-hop e di pop Americano dell’inizio del millennio. Il brano è stato addirittura reinterpreto da Mina nel 2006 in un album compilation, dando un tocco più delicato al pezzo di Britti.

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9. Sergio Cammariere – Tutto Quello che un Uomo
(Sanremo 2003)

Sergio Cammariere, classe 1960, cugino di Rino Gaetano una colonna portante del jazz italiano. Precedentemente alla sua partecipazione a Sanremo, ha composto colonne sonore per diversi film italiani.

Rimasto nelle ombre dei riflettori fino alla sua esibizione nel 2003 a Sanremo. Cammariere si esbice con Tutto Quello che un Uomo, un brano molto diverso dal cantautorato rock-pop di quegli anni.

Le influenze jazz riecheggiano negli accordi, in tonalità di Do# minore, la canzone è ricca di accordi di settima e di sesta giocando anche con scale minori armoniche,.
La voce calda e presente di Sergio si mischia con il perfetto arrangiamento lounge jazz: batteria con spazzole, archi, e una bellissima sezione di fiati!

La partecipazione al Festival di Sanremo nel 2003 con Tutto quello che un uomo, gli regala il terzo posto oltre al Premio della Critica e al Premio “Migliore Composizione Musicale” e due dischi di platino; e per noi si aggiudica anche un posto nella classifica dei migliori brani di Sanremo.

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10. Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr
(Sanremo 2020)

Sicuramente una canzone molto differente dalle altre citate finora, ma volevamo dare spazio anche a nuove stelle emergenti in questa classifica dei dieci migliori brani di Sanremo.

I Pinguini Tattici Nucleari fanno il botto come esordienti in un anno tosto per tutti. Un anno influenzato dalla pandemia e da conseguenti difficoltà economiche e sociali. La band Bergamasca propone un brano che risuona nelle corde dei millennials e anche della Gen Z. Un cambio radicale rispetto agli ultimi decenni del festival adornati da vecchie fiamme e cantautori italiani già affermati.

La canzone è un elogio al sentirsi bene nella propria pelle, nonostante la sensazione di sentirsi inappropriati o in difetto rispetto ai propri coetanei. Un messaggio celato da un testo auto-ironico sentendosi un “Ringo Starr” invece che un “John” Lennon o un “Paul” McCartney. Una chiarissima citazione ai Beatles e al Beatle che ha avuto “meno fama” rispetto agli ultimi due.

La band unisce elementi pop-rock con fiati e stacchi tipicamente funk che catturano immediatamente il pubblico dell’Ariston. I Pinguini Tattici Nucleari riescono a raggiungere il podio piazzandosi al terzo posto.

Un piccolo aneddoto interessante, forse che in pochi hanno notato, è il chiaro riferimento alla melodia di “Eleanor Rigby”. Nel ritornello finale, i violini in sottofondo riprendono alcune note della famosa canzone dei Beatles. Una chicca molto sottile che non penso sia stata messa caso, andate al minuto 2:53 per verificare!

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E voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con la nostra classifica dei migliori brani di Sanremo. Che canzone avreste aggiunto? Oppure quale avreste tolto? Fateci sapere la vostra nei commenti!

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Maximilian Frattura, digital marketer e content writer. Un mix di creatività e passione per le nuove tecnologie. Studia musica dall'età di 13 anni e si appassiona all'arte della scrittura. Testi musicali, blog, giornalismo da tastiera, post-it, liste della spesa, script: creare è nella sua indole. Successivamente alla laurea in Songwriting nel 2017 alla University of East London, inizia il suo percorso nel marketing digitale, affermandosi come content writer nel settore della musica e dell'economia.

9 commenti

    Io aggiungerei e non come undicesima. Io che non vivo senza di te di Pino Donaggio. Perdere L’amore di Ranieri e storie di tutti i giorni di R. Fogli. Delle canzoni citate ne confermerei sei, le altre non sono fra le più belle

    Grazie del tuo commento!

    Aggiungerei
    MORIRÒ D’AMORE
    DI GIUNI RUSSO

    Mancano le migliori.Il ragazzo della via Gluck.Uomini soli.Perdere l’amore.L”italiano.

    Grazie Domenico del tuo commento! Cercheremo prossima volta di allungare la nostra classifica delle canzoni più belle di Sanremo! Grazie a presto!

    È impensabile inserire “LA terra dei cachi” e non “Come sinfonia”, “L’immensità “, “Ancora”, “Quando quando”.

    E Battisti dimenticato?
    un’avventura rientra sicuramente nella top ten

    Potevamo metterci molte più canzoni, ma non avremmo più finito di scrivere!!

    Gabbani occidentali’s karma

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