10 più belle canzoni napoli - golfo di Napoli
Le 10 canzoni Napoletane più belle di sempre

Le 10 canzoni Napoletane più belle di sempre

La storia della canzone napoletana classica ha origini molto antiche, secondo alcune leggende si dice che risalga ai tempi di Ulisse! In verità, la vera “storia” delle canzoni napoletane sembra iniziare nel 1200 con le lavandaie che cantavano canzoni per scandire il duro lavoro. Un connubio di melodie, amore, dolore, avvenimenti storici e culturali affondano le radici nel cuore di Napoli, e questa tradizione si è tramandata per diversi secoli.  L’epoca d’oro della canzone napoletana si consacra solamente nel 1800, ed è da qui che vogliamo iniziare. In questo blog, esploreremo le 10 canzoni napoletane classiche più belle di sempre (dal 1800 in poi n.d.r) 😉 p.s: le canzoni non sono in ordine di gradimento.


Le 10 canzoni Napoletane più belle di sempre

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“‘O’ Sole mio” – Giovanni Capurro, Eduardo di Capua

“‘O’ Sole mio” è una delle canzoni napoletane più celebri al mondo. Scritta nel 1898 da Giovanni Capurro e musicata da Eduardo di Capua, questa canzone ha raggiunto un’ampia popolarità grazie alla sua melodia orecchiabile e ai suoi testi romantici.

Molte persone ignorano che quando Eduardo di Capua compose “O’ Sole Mio“, si trovava a Odessa durante una pausa del suo tour con suo padre. Mentre ammirava l’alba sul Mar Nero, si sedette al piano e iniziò a buttar giù le prime melodie di quella che sarebbe diventata “O’ Sole Mio”. La leggenda narra che il testo, scritto Giovanni Capurro, fosse già stato consegnato a Eduardo in anticipo.

Nonostante la canzone sia oggi considerata un simbolo di Napoli, è interessante notare che non fu composta nel cuore della città partenopea, bensì in una realtà geografica e culturale molto diversa e lontana. Tuttavia, questo non altera l’essenza e il messaggio intrinseco di questo capolavoro: un profondo amore per Napoli.

È stata interpretata da numerosi artisti famosi nel corso degli anni ed è diventata un simbolo della musica napoletana. Ovviamente non si può fare a meno di ricordare la celebre versione di Enrico Caruso

 

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“Funiculì, Funiculà” – Giuseppe Turco, Luigi Denza

“Funiculì, Funiculà” è una canzone vivace scritta nel 1880 da Giuseppe Turco e Luigi Denza per celebrare l’inaugurazione della funicolare Vesuviana di Napoli, aperta dal 1880 fino al 1906 e fu l’unico impianto di risalita al mondo operante su di un vulcano attivo!

Gli esperti ritengono che “Funiculì Funiculà” abbia segnato l’avvio dell’epoca d’oro della musica napoletana, poiché ha contribuito a plasmare un nuovo modello di canzone.

In particolare, un elemento innovativo di rilievo fu la decisione di sostituire le strofe ottonarie con una strofa chiaramente distinguibile dal ritornello.

Per capire il peso che ebbe questa canzone, è importante citare l’omaggio nel 1886 da parte del famoso compositore Tedesco Richard Strauss. Nella parte finale (Neapolitanisches Volksleben/Vita popolare napoletana) della sua opera Aus Italien (All’Italia), al minuto 37, Strauss incorpora parti del ritornello di Funiculì Funiculà con alcune variazioni strumentali ed orchestrali.

Dalla funivia di Napoli alla Staatsoper Unter den Linden, il famoso teatro di Berlino costruito nel 1540, “Funiculi Funiculà” ha viaggiato più di 1700km quando venne suonata regolarmente da Richard Strauss assieme all’orchestra del Teatro: la Staatskapelle Berlin.

La canzone è un chiaro inno all’energia e alla vitalità, e si è diffusa in tutto il mondo grazie al suo incalzante ritornello ma anche per la sua popolarità tra i salotti della musica classica!

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“Torna a Surriento” – Ernesto e Giambattista De Curtis

Scritta nel 1902 da Ernesto De Curtis, “Torna a Surriento” è una canzone nostalgica che cattura l’essenza dei paesaggi costieri di Sorrento. La melodia dolce e malinconica accompagna i testi che evocano la speranza di rivedere un amore lontano.

Si dice che Ernesto De Curtis abbia tratto ispirazione per il ritornello della canzone dal canto di un usignolo mentre si trovava ospite del fratello presso l’Hotel Tramontano nella città di Sorrento: l’usignolo riproduceva le prime cinque note del ritornello. “Torna a Surriento” è diventata una delle canzoni napoletane più conosciute e amate nel mondo, e quindi rientra tra le 10 canzoni napoletane più belle di sempre!

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“Malafemmena” – Totò

“Malafemmena” è una canzone commovente e malinconica scritta nel 1951 da Antonio De Curtis, meglio conosciuto come Totò, uno dei più grandi attori e cantanti napoletani. La canzone però divenne famosa in tutta Italia solo nel 1956, quando Teddy Reno la interpretò nel film “Totò, Peppino e… la Malafemmena”.

Il termine “Malafemmena” nella lingua napoletana descrive una donna che, con il suo comportamento dissoluto e fuori dalle regole, provoca un dolore indescrivibile nell’uomo che la ama.

La celebre canzone “Malafemmena” di Totò cattura l’essenza di questa figura. Le parole struggenti del ritornello, “Femmena, tu si ‘a cchiù bella femmena, te voglio bene e t’odio, nun te pozzo scurdà” (Donna, sei la più bella donna, ti amo e ti odio, non posso dimenticarti), esprimono il contrasto di sentimenti che l’uomo prova verso di lei.

È Totò in persona a raccontare in tv come nacque questo brano: si trovava a Formia per girare uno dei suoi film quando all’improvviso trovò l’ispirazione per questa canzone. Ne recitò alcuni versi, che aveva scritto di getto su un pacchetto di sigarette, al suo autista, che sembrò non gradirli molto, ma solo perché non era riuscito a coglierne il profondo e struggente significato. Il Principe delle Risate era anche un ottimo poeta!

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“Anema e core” – Salvatore D’Esposito, Tito Manlio

Scritta da Salve D’Esposito e Tito Manlio nel 1950, “Anema e core” è un inno all’amore e alla vitalità di Napoli. La canzone trasmette un senso di calore e appartenenza, facendo sentire chiunque come parte di una grande famiglia. È diventata un simbolo della cultura partenopea e continua ad essere amata e cantata da generazioni, non che da tantissimi artisti Napoletani!

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“Napule è” – Pino Daniele

Napule è” è una canzone del cantautore Pino Daniele, scritta a soli 18 anni e presente nel primissimo album di Pino Daniele, Terra Mia. La canzone fonde sonorità pop, rock e mediterranee, rappresentando le tante facce dei vicoli di Napoli, dalle criature (i bambini) al sole e al mare, per passare all’indifferenza che fa parte della città (Napule è na’ carta sporca, E nisciuno se ne importa).

“Napule è” è diventata un inno di riconoscimento per la città ed è stata reinterpretata molte volte da tantissimi artisti italiani e non solo. È stata di fatti suonata da artisti del calibro internazionale come Eric Clapton e anche di recente dai Coldplay (Giugno 2023) al loro concerto allo Stadio Diego Maradona di Napoli! Finalmente i ruoli si scambiano, se prima eravamo noi Italiani a cantare il blues Americano, adesso ci scappa un sorriso quando vediamo Chris Martin cantare Napule è con il suo accento inglese 🙂

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“Tammurriata nera” – E.A Mario, Edoardo Nicolardi

La “Tammurriata nera” è una canzone popolare napoletana risalente ai primi anni del XX secolo. Il testo della canzone è noto: è la storia di una donna napoletana che mette al mondo un bambino di colore (sono gli anni del secondo dopo guerra, dove ci sono molti soldati americani sul suolo napoletano). La canzone è raccontata in stile corale, un po’ rifacendosi all’antica tradizione del coro greco, e per questo l’effetto ottenuto risulta molto teatrale.

È un esempio di come la musica napoletana preservi le sue radici culturali, e la Nuova Compagnia di Canto Popolare è riuscita a preservarle al meglio!

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“O surdato ‘nnammurato” – Aniello Califano, Ennio Cannio

O surdato ‘nnammurato” è un brano con testo scritto da Aniello Califano e musica da Ennio Cannio nel 1915, e fu dedicato ai soldati napoletani. La canzone è diventata famosa durante la Prima Guerra Mondiale ed è diventata un inno non ufficiale degli alpini italiani, il corpo militare che combatté nelle trincee sul fronte alpino. Il testo descrive il soldato che parte per il fronte, lasciando la sua amata e il suo paese, promettendo di tornare e chiedendo di essere ricordato.

Il brano esprime il sentimento di amore per la patria e per la propria donna, mescolando le emozioni dell’amore romantico con l’impegno e il sacrificio richiesti dalla guerra. La canzone è caratterizzata da una melodia coinvolgente e da un testo poetico che evoca immagini di amore, speranza e patriottismo.

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“Santa Lucia” – Teodoro Cottrau

“Santa Lucia” è una celebre canzone tradizionale napoletana, molto conosciuta in tutto il mondo. La sua origine risale al XVIII secolo ed è ispirata a Santa Lucia, un pittoresco quartiere sul lungomare, Borgo Santa Lucia, nel Golfo di Napoli, in cui un barcaiolo invita le persone a fare un giro nella sua barchetta per godersi il fresco della sera sul mare.

La canzone fu scritta da Teodoro Cottrau, un compositore e musicista italiano,  trasse ispirazione da una melodia popolare napoletana preesistente e creò un nuovo arrangiamento per la canzone, oltre ad aggiungere il testo.

La canzone è diventa così famosa che è stata tradotta, durante le prime fasi del risorgimento, dal Napoletano all’Italiano, e successivamente in Inglese e molte altre lingue, tra cui lo Svedese! La canzone svedese “Luciasången o Sankta Lucia“, viene cantata oggi giorno per il giorno di Santa di Lucia, ossia il 13 Dicembre, la giornata più corta e buia dell’anno.

La canzone “Santa Lucia” celebra la bellezza e la serenità della città di Napoli ed è indirettamente un omaggio alla figura di Santa Lucia. Nel testo, si descrivono i suggestivi paesaggi, come il mare, le barcaiole (piccole barche tradizionali napoletane) che solcano le onde e le luci notturne che risplendono sulla città.

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“Reginella” – Libero Bovio, Gaetano Lama

“Reginella” compie 106 anni di vita ed è ancora oggi considerata un classico delle canzoni napoletane, amata e apprezzata come una delle più belle e famose serenate in dialetto di tutti i tempi. Questo brano intramontabile fu pubblicato nel 1917 dalla Casa editrice musicale La Canzonetta, con musica composta da Gaetano Lama e testo scritto da Libero Bovio.

La canzone è un valzer che narra la storia di un amore ormai finito tra un uomo e una donna di Napoli. Dopo la separazione, i due si ritrovano casualmente in via Toledo, una delle strade più famose della città. Qui, il protagonista scopre che Reginella è cambiata. Reginella è diventata un’altra donna, una “sciantosa” che si veste con abiti eleganti e scollati, porta rose e parla francese per sembrare più raffinata davanti alle amiche.

Ma un tempo Reginella era diversa: mangiava “pane e cerase” (pane e ciliegie) perché “voleva bene al suo re”. Questo versetto ci fa comprendere che Reginella, un tempo, viveva una vita semplice e felice, dedicata al suo amore.

La canzone è stata reinterpretata da moltissimi artisti Napoletani ed Italiani, la versione più celebre probabilmente è quella cantata da Roberto Murolo

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La storia della musica napoletana è piena di canzoni bellissime e una lista di solo 10 canzoni napoletane, non potrà mai far testo! E voi cosa ne pensate? Che canzoni avreste aggiunto? Fatecelo sapere con un commento 👇

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Maximilian Frattura, digital marketer e content writer. Un mix di creatività e passione per le nuove tecnologie. Studia musica dall'età di 13 anni e si appassiona all'arte della scrittura. Testi musicali, blog, giornalismo da tastiera, post-it, liste della spesa, script: creare è nella sua indole. Successivamente alla laurea in Songwriting nel 2017 alla University of East London, inizia il suo percorso nel marketing digitale, affermandosi come content writer nel settore della musica e dell'economia.

28 commenti

    c’è n’è ancora un sacco di poesie musicali napoletano,fra tante,era de maggio,io te vurria vasa’,e tantissimi brani dedicati a Sorrento Mergellina Capodimonte, canzoni di emigranti, perciò meglio non elencare ma affermare che la canzone napoletana che va dal 1800 fino al 1950 è tutta bella e inarrivabile

    la canzone Napoletana é bellissima non muore mai

    La canzone napoletana, è e sarà eterna,una melodia musicale,con parole che hanno descritto la realtà e la vita ,sia amorosa che drammatica del popolo della Campania una regione unica al mondo, che ancora oggi fa’ parlare e cantare il mondo intero.

    russulella,uè mari uè mari, partn e bastimient,,maruzzella

    canzone struggente x me che non vivo più a Napoli Parten e bastiment p terra assai luntan La dedico a tutti gli emigranti vecchi e nuovi

    la canzone napoletana di un certi livello è andata avanti grazie a pino Daniele che l ha rivoluzionata, ma tenendola sempre ferma nella tradizione piu genuina

    Canzoni di straordinaria bellezza, uniche e immortali, le ascolteranno tutte le generazioni fino alla fine dei tempi

    Trovo inappropriato far cantare ‘O Sole mio a Pavarotti e Funiculí Funiculá a Bocelli. Stesso discorso per Teddy Reno. La canzone napoletana deve essere interpretata da napoletani.Con Sommo rispetto come si fa a pubblicare la célebre versióne di Pavarotti e ignorarse l’ interpretazione di Caruso (celeberrimo tenore nappletano e il piú grande cantante di tutti I tempi) che l’ha cantata viventi gli autori?
    Nel canto la perfetta pronuncia é parte imprescindible dell’ interpretazione
    Caruso non ha mai inciso Torna a Surriento, chi canta é Beniamino Gigli. Ottime le scelte di Caruso,
    buona la scelta di Santa Lucía, ottima l’interpretazione di Caruso, ma avrei preferío Santa Lucía Luntana, cantata da un napoletano,pur entrando Santa Lucía, a pieno titolo, nel novero della canzone napoletana.
    Anema e cure l’avrei affidata a Cigliano.
    Indiscutibili Ranieri e il Sommo Murolo.
    Per avere, a mio avviso, una conoscenza migliore della canzone napoletana, ma non esaustiva ci vorrebbe un elenco di almeno cento titoli.
    Ptegevole l’iniziativa.

    Tutti interpreti maschi! Le donne non sanno cantare Napoli?

    Ciao Enza! Abbiamo fatto delle modifiche 🙂 Faremo un articolo solo sulle donne della musica Napoletana. Grazie del tuo commento

    Na sera e maggio e Tu Ca’ nu gnagn grande Merols
    o palcuscenico cantata dal maestro Sergio Bruni
    viern

    Se parliamo di ” belle canzoni”, Funiculi’ Funicula’ e’ famosa, ma non bella; non puo’ levare il posto a quella che ( parere personale) e’ la canzone napoletana piu’ bella in assoluto: Era de maggio

    Grazie della tua opinione, faremo un’altro articolo con delle aggiunte!

    Basterebbe riascoltare tutte le “Enciclopedia della canzone napoletana” (1-2-3…) e dagli albori si arriverebbe ai giorni nostri…con un gran senso di gratitudine verso
    Roberto Murolo (grandissimo ed accompagnato solo dalla sua inseparabile chitarra)

    Perché’ manca Era de Maggio

    …e il grande Renato Carosone? Dove lo mettiamo?
    Forse la lista dovrebbe essere delle CENTO canzoni più belle!!!

    Ci sarebbero da mettere anche le canzoni e poesie di E.A Mario, Libero Bovio, Ernesto Murolo… Faremo un’altra lista!

    Ragazzi, un tempo Nino Taranto organizzò una delle prime “Canzonissima”, un programma punta del sabato sera con Napoli contro tutti. Vinse Napoli

    Inserirei obbligatoriamente il brano ‘O paese d’o Sole
    del maestro Vincenzo D’Annibale. Non votate solo le c. malinconiche, apprezzate questa canzone che è pura gioia di vivere!

    la canzone napoletana, non può avere una classifica. ne può avere solo dieci canzoni, tra le piu belle. è molto riduttiva questa classifica. dovreste fare le diecimila canzoni più belle.

    Nei vostri interventi, tutti ampiamente condivisibili, manca però un accenno al grandissimo Raffaele Viviani. La sua opera di commediografo e di autore di canzoni indimenticabili (Bammenella, ‘a rumba d’ ‘e scugnizze, ‘A canzone d’a fatica eccetera) è un tesoro culturale e musicale che poche culture possono vantare. Viviani è stato per molti anni l’unica alternativa italiana a Pirandello sui palcoscenici dei teatri italiani ed europei.

    Grazie Clemente del tuo feedback! Lo terremo in considerazione per futuri articoli su Napoli 🙂

    ADORO IL REPERTORIO NAPOLETANO. CLASSICO E MODERNI

    L’inizio va trovato addirittura in epoca pregreca col mito delle sirene. Poi l’imperatore Nerone, ritenendosi esperto di musica e canto, si recava spesso a Napoli dicendo che solo si si ascoltavano bei canti e lì cantava (anche se lusingato da applausi interessati). la prima canzone conosciuta risale al ‘200, jesce sole, tramandata con altre a voce. A Napoli si è sempre cantato, ma solo dopo la scrittura musicale se ne hanno documenti precisi. Del periodo preclassico (fino al 1834 con “te voglio bene assaje” prima del periodo classico, che si intende concluso nel 1945 con “monastero ‘e Santa Chiara” sono famose “fenesta vascia”, “fenesta ca lucive”, “Santa Lucia”, “Michelemmà”,.” ‘o guarracino”, e tante altre.Ma è il periodo classico che è una meraviglie per la varietà di generi, beatitudine di poesie e melodie (caratteristico e che prima veniva una poesia, poi questa veniva musicata).

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