
#ThomannDrumDays è l’hashtag utilizzato per la nostra settimana a tema dedicata ai batteristi e va dal 5 Marzo all’11 – vi invitiamo a seguire i nostri canali Facebook e Instagram. I
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Acero, pioppio, mogano, acciaio, ottone, alluminio e acrilico… scegliere il giusto materiale per i fusti non è mai una cosa semplice, tanto per i principianti quanto per i professionisti. “L’acero suona ben bilanciato, l’acciaio suona più tagliente, l’ottone più ovattato…” sono spesso frasi/claim utilizzati nei cataloghi per pubblicizzare i prodotti, ma è davvero così semplice la distinzione? E cosa significa, esattamente, “bilanciato”? Qual è il materiale giusto per un rullante che funzioni tanto in una band punk quanto in un progetto cantautorale? Scopriamolo!
Per kit per principianti e intermedi, il materiale dei fusti è relativo e marginale
Ipotizziamo che tu abbia dai 500 ai 1000 euro da parte per un kit per principianti o intermedi e vuoi acquistare il miglior set a seconda del budget che ti sei prefissato; la Pearl Export, con fusti in mogano asiatico e pioppo, o la Tama con fusti in pioppo?
I kit di batteria economici spesso sono realizzati con legni morbidi e facilmente lavorabili, quali il pioppo o il mogano asiatico (da non confondere col ben più costoso mogano africano), legni che tendono ad avere un ‘tono‘ meno definito rispetto ad altri legni più pregiati. Non prendere la tua decisione basandoti troppo sui materiali utilizzati per i fusti se ti collochi in questa fascia di prezzo, prediligendo piuttosto una scelta accurata per le dimensioni del kit e del feeling in generale che hai sedendoti davanti al kit. Una volta che ci hai fatto la mano, poi, puoi passare a pelli di marca per migliorare notevolmente il tuo suono.
Toms, grancassa
Per toms e grancassa: acero, betulla o faggio? O qualcosa di più esotico? Un mix forse? Nonostante esistano sul mercato svariati kit che suonano veramente bene a discapito del prezzo, c’è ancora un enorme dibattito sul cosa acquistare che suoni veramente bene. Un kit perfetto, nella testa di molti, è realizzato con misure ad hoc, una finitura mozzafiato e legni ben calibrati per ogni fusto, ma non tutti possono permettersi questa via. Giusto per essere chiari, comunque: nessun disco ha mai suonato meglio o peggio per via del pioppo o dell’acero o della betulla utilizzati per i fusti della batteria incisa nel disco. Questo accade perché l’ascoltatore medio non sentirà assolutamente nessuna differenza fra i vari legni, a meno che non si tratti di legni molto rigidi (come il bubinga) suonati assieme a legni molto soffici (pioppo o mogano) – ma anche in questo caso, la probabilità che qualcuno nel pubblico senta la differenza è veramente minima.
Esperti del settore e batteristi con una grande esperienza alle spalle avranno sicuramente le loro preferenze. L’acero suona più “centrato” rispetto alla betulla, a fronte di una comparazione diretta (nelle stesse condizioni e con lo stesso setup). Il bubinga enfatizza le basse frequenze e l’attacco, mentre i fusti in pioppo suonano più soft e chiusi. Detto ciò, i fusti variano anche a seconda delle scelte di concept e design, permettendo di tirare fuori le caratteristiche positive anche da legni quali il mogano e il pioppo utilizzando fusti molto sottili. Questo trend è particolarmente in voga tra gli amanti dei suoni retrò e vintage, e la Gretsch Broadkaster Kit ne è un ottimo esempio:
Al contrario, una Sonor SQ2 con fusti molto spessi e bordi netti suona più moderna e ‘aggressiva’:
A proposito di faggio: il sound per eccellenza a cui tutti si rifanno è probabilmente quello generato dalla Yamaha Recording Custom, riproposta in chiave moderna con fusti sottili che riportano ai suoni di una volta, deviando dalle scelte di suono “grosso” e “spesso” intraprese negli anni 80.
Conclusione
Legni rigidi come faggio, acero e betulla suonano più presenti e danno l’impressione di avere più volume, mentre legni soffici quali il mogano e il pioppo hanno un suono più soft e arrotondato. Gli ultimi due legni citati sono spesso utilizzati per i kit moderni che riprendono le sonorità vintage. Utilizzando internet, inoltre, potrai capire quali kit utilizzano i tuoi batteristi preferiti e potrai farti un’idea ancora più dettagliata del tipo di suono che vuoi cercare di ottenere. Per i kit economici, toms e grancassa devono essere della giusta dimensione, ben realizzati e devono ispirare a suonare – fattori ben più importanti a questi livelli, rispetto al dibattito infinito sui legni utilizzati. E se hai paura di sbagliare, non temere: anche il kit più brutale e metallico che ci sia può essere facilmente convertito in un kit da disco anni ’70 con un paio di pelli in stile retrò, come le Aquarian American Vintage:
Per l’effetto contrario sarà sufficiente utilizzare pelli di tipo clear a strato unico, che permetteranno anche al kit più retrò e vintage di suonare con più attacco e brillantezza. Per questo tipo di effetto, consigliamo le Remo Ambassador:
Rullante
Quando si parla di toms e grancassa i professionisti dedicano tempo e denaro per trovare il sound perfetto – non è quindi strano che al rullante, una delle parti più importanti e ‘in vista’ dei suoni di una batteria, ci si dedichi una cura a dir poco maniacale. I materiali più usati sono acciaio, ottone, alluminio ma anche acero e betulla.
Acciaio
L’acciaio da un suono molto chiaro, aperto e definito, capace di generare molte armoniche. I rullanti in acciaio sono molto popolari tra i batteristi che vogliono un suono di tipo “clean bang“. Detto ciò, i rullanti in acciaio non si prestano solo al rock e metal: prodotti come il Pearl Sensitone Steel sono versatili e utilizzabili in qualsiasi contesto:
Ottone
L’ottone è un materiale utilizzato da sempre sui rullanti e conferisce allo stesso un suono caldo e ‘rotondo‘, soprattutto quando paragonato ad un rullante in acciaio. Essendo l’ottone una lega metallica più morbida, le vibrazioni generate dalle alte frequenze vengono assorbite, dando il classico risultato ovattato, che somiglia molto al rullante con fusto in legno. Il rullante in ottone per eccellenza è sicuramente il Ludwig Black Beauty.
Se il prezzo del Black Beauty è fuori portata, consigliamo i modelli ad esso ispirati – tra i quali troviamo il Millenium Power Brass Snare, a meno di 200 euro.
Alluminio
Per chi ama i rullanti in acciaio è impossibile non considerare i rullanti in alluminio, materiale utilizzato su due dei rullanti più famosi in assoluto (Supraphonic e Acrolite della Ludwig). L’alluminio suona molto secco e si presta, data questa caratteristica, a trovarsi a proprio agio in svariati generi e stili musicali. La risonanza non è esagerata, ma fa parte dei ‘contro’ dei rullanti di questo tipo. Esistono svariati rullanti in alluminio in diverse fasce di prezzo oltre al Ludwig, come ad esempio il Tama SLP:
Acero
Se preferisci invece fusti in legno, i rullanti in acero sono molto popolari. I rullanti in acero suonano ‘brillanti‘, versatili e presenti, senza mai risultare fastidiosi. Per questi ed altri motivi, sono tra i rullanti più utilizzati dai batteristi di ogni genere. La scelta è a dir poco enorme e, in caso il budget lo permetta, rullanti come il Noble and Cooley sono veramente fantastici.
Per budget più contenuti, ci sono alternative altrettanto ben suonanti e decisamente valide che, nella maggior parte dei casi, necessitano solamente di una pelle professionale e una cordiera ben fatta per ottenere suoni spettacolari.
Betulla e costruzioni miste (hybrid shell)
Dato che la betulla è un legno rigido, ha delle proprietà fisiche simile a quelle dell’acero. Bassi ed alti pieni e presenti sono le caratteristiche timbriche di questo legno ma, come tutto ciò che abbiamo menzionato nell’articolo, va provato: può piacere o non piacere. La nuova serie SQ1 della Sonor offre una timbrica interessante e una manifattura di alto livello:
Detto ciò, è difficile trovare sul mercato rullanti in pura betulla – sostituiti in gran parte da rullanti con fusti in materiale ibrido/misto. Alcuni strati sono in betulla, mentre altri in Kapur, come riscontrato nei rullanti Session Studio della Pearl:
Conclusione
Il materiale dei fusti è molto importante, ma non perderci troppo il sonno. Pensa piuttosto alla dimensione che vuoi utilizzare, alla fascia di prezzo verso cui rivolgerti e vai anche un pò a gusto personale. Se hai già esperienza con i vari materiali, invece, ti puoi concedere qualche scelta azzardata: l’unico modo è provare! Puoi ascoltare svariati test comparativi su bonedo.de – Buon ascolto e buona scelta!
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Consulti e consigli
Se hai domande, sappi che siamo qui per aiutarti! Vieni a trovarci nel dipartimento batterie qui a Treppendorf o contattaci via email o telefono (+49-9546-9223-646) per fare quattro chiacchiere 😉 ?
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