
È difficile descrivere l’unione tra passato e presente se si parla di musica elettronica. Il genere ha avuto uno sviluppo talmente vasto e variegato negli ultimi decenni che tracciarne i punti cardine è pressoché impossibile – complice anche l’enorme quantità di generi e sotto-generi. Basti pensare che la musica hardcore ha ben 20 sotto-generi!
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EDM
Nella seconda metà degli anni ’80 diversi stili di musica elettronica emersero: la House fu la base su cui costruire il resto. Elementi della musica EBM (Electronic Body Music, da non confondere con la EDM) o beat nuovi della musica house (Chicago House, Acid House o il famoso “House Sound Of Detroit“) vengono utilizzati come base. Vengono poi aggiunti elementi del synth pop, Disco Italiana dei primi anni ’80 (o in generale pop prodotto elettronicamente). Il miglior esempio della transizione lo si può osservare nei The KLF tra il 1988 e il 1991.
The KLF – What Time is Love
https://www.youtube.com/watch?v=OjL5uCMv9OM
I 3 di Belleville co-inventori di un genere intero
A Detroit, nel Michigan, la techno iniziò ad emergere nei sobborghi di Belleville. Tre compagni di scuola erano soliti passare il tempo in compagnia, creando musica e cercando di omaggiare i loro idoli Kraftwerk, il camaleonte musicale David Bowie e la band funk/soul Sly & The Family Stone. È possibile sentire anche Funkadelic, Giorgio Moroder, Yellow Magic Orchestra e Gary Numan nei loro lavori.
Juan Atkins, Kevin Saunderson e Derrick May, i tre amici di cui parlavamo, riscrissero la storia musicale sotto il nome di “The Belleville Three“. Ispirati dai pionieri della musica che unisce generi diversi, iniziarono a sperimentare.
La drum machine analogica Roland TR-808 e la TR-909 iniziò ad essere venduta ovunque nel mondo e ad un prezzo abbordabile. La TR-808 divenne una delle drum machines più leggendarie del pianeta, utilizzata da praticamente TUTTI: dai pionieri dell’hip-hop elettronico di Los Angeles Arabian Prince agli Egyptian Lover.
Roland TR 808 demo:
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Ma torniamo un attimo alla Techno di Detroit: i Bellville Three presero ispirazione dalla scena musicale di Chicago, in rapida espansione. Pescando anche dalla musica disco e dalla sua enorme eredità, i tre fusero tutte le influenze ed ispirazioni musicali, le mischiarono e crearono la famosa “Detroit Techno“.
Detroit Techno – The Belleville Three
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Techno in Europa – melting pot e creazioni ambiziose
Nel frattempo in Europa non ci si adagiava sugli allori. Italia, Spagna e Scandinavia sfornarono decine e decine di creatori di musica fresca ed elettrizzante. America ed Europa andavano su binari paralleli, nonostante l’inter-scambio di dischi permettesse agli uni di essere influenzati dagli altri e viceversa.
Berlino e Francoforte erano le “capitali” tedesche della musica elettronica. In Olanda, ovviamente, Amsterdam e Rotterdam. A seconda del sotto-genere è possibile tracciarne la nascita: i breakbeats nacquero in Inghilterra, genere che diede poi i natali alla drum & bass. Il brano “Children” di Robert Miles fu poi lo spartiacque tra passato e futuro: la trance era realtà.
Robert Miles – Children
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Minimal techno – da Robert Hood al ‘Sound of Cologne’
Durante i primi anni ’90 la Minimal Techno, una variante ridotta nei suoni e nell’approccio, nacque dalla techno. Gli arrangiamenti erano essenziali e diretti, caratteristica che incontrò il favore degli ascoltatori. Il DJ e produttore Robert Hood divenne uno dei pionieri più influenti del genere, in particolar modo grazie al suo album “Minimal Nation“. Nel 1994 Gerrard “Gez” Varley (aka G-Man) pubblicò il suo EP che conteneva il brano “Quo Vadis“. Il brano è considerato una pietra miliare della Minimal Techno.
Robert Hood – Minimal Nation
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Uno dei pionieri del genere fu senza dubbio il tedesco Wolfgang Voigt, conosciuto ai più col nome di “Mike Ink” (tra i tanti pseudonimi utilizzati). Co-fondatore dell’etichetta di Colonia “Kompakt“, si è distinto per aver praticamente creato il “Sound of Cologne” e la “Cologne School” in termini di musica elettronica.
Ad un certo punto la gente iniziò a stufarsi del fatto che nella scena i brani denominati “minimal techno” fossero tutti in 4/4 e con BPM che oscillavano dai 128 ai 130 bpm. Il nome divenne quasi dispregiativo: serviva una svolta.
Acid Techno – il sound del sintetizzatore
Da dove derivi il nome Acid Techno lo si può solo supporre: questo sotto-genere della techno emerse dall’Acid House Americana in Inghilterra e Germania: è proprio in quest’ultimo paese che si formò uno dei gruppi più rappresentativi del genere, gli Hardfloor. Come i loro predecessori statunitensi, anche loro fecero del “bubbling” e “chirping” il loro suono contraddistinto e resero celebre un altro sintetizzatore, ovviamente sempre di casa Roland: il TB-303. Le linee di basso generate da questo sintetizzatore sono praticamente l’unico requisito fondamentale del genere. A differenza di generi come il rock e pop, dove molti strumenti sono intercambiabili e mai fondamentali, l’Acid Techno RICHIEDE il sound del TB-303 per essere tale. Nel genere vengono utilizzate sequenze brevi e modulate lungo l’esecuzione della traccia. In contrasto con la Acid “standard”, che consiste principalmente in suoni 303 e 808, nella Acid Techno viene usata la TR-909 e di 303 se ne usano diverse in contemporanea.
Hardfloor – Acperience 1
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Il sound di Francoforte – Pascal FEOS
Come già menzionato nell’articolo, uno degli epicentri della musica techno fu senza dubbio Francoforte. Il “Sound of Frankfurt” venne plasmato proprio qui e diffuso nella scena internazionale. Pascal Dardoufas / FEOS furono i due nomi principali durante l’ascesa in città: la sua influenza sulla scena fu così importante da farlo soprannominare dai più il Dieter Bohlen della techno.
Pascal faceva il DJ già dall’84, divenendo una leggenda della storia della musica di Francoforte. Pascal, un vero e proprio stacanovista, se n’è andato l’8 maggio 2020 a soli 52 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel “Sound of Frankfurt“.
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Ascoltavi già musica durante la nascita di questi nuovi generi? Li hai visti nascere? Facci sapere con un commento!
2 commenti
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antonio risponde:
chiusura discorso note do sillabanti note, chiuso il discorso
Seleziona il pronome giusto per te risponde:
lasciate almeno un brevetto