6 soluzioni live che tengono conto dello stato delle cose

6 soluzioni live che tengono conto dello stato delle cose

È un fatto: il mondo è irrimediabilmente cambiato. Dopo una pandemia globale, della quale ancora non ne conosciamo il termine ultimo o gli sviluppi, è difficile pianificare il futuro con tranquillità. In Europa il peggio sembra passato, e tutti i paesi si preparano ad entrare in una fase di ri-assetto, una “nuova normalità” che sarà, inevitabilmente, diversa da ciò a cui siamo abituati. Questo periodo sarà più o meno lungo e la sua durata sarà principalmente influenzata dai pareri degli scienziati e dall’arrivo effettivo di un vaccino che possa debellare il virus. Bar, ristoranti, locali e discoteche stanno riaprendo, con standard igienici e di sicurezza molto più rigidi rispetto a un tempo. Cerchiamo con quest’articolo di offrire qualche spunto tanto agli artisti quanto ai promoter e gestori di locali per cercare di far tornare le persone a fare buona musica, tenendo ovviamente conto delle nuove regole.


Streaming nelle live house e discoteche

Un po’ come lo smart working, anche lo streaming live è diventato parte della normalità e rappresenta un formato destinato a perdurare. Durante questi mesi, migliaia di artisti hanno utilizzato i loro canali social network per offrire ai propri follower delle performances live. Chiamarli “concerti” allo stato delle cose è forse un po’ azzardato, ma siamo certi che lo streaming live diventerà una delle soluzioni a pagamento ceh gli artisti potranno proporre ai fan. La soluzione per ovviare al problema della qualità audio? Trasmettere in diretta live direttamente dai palchi (ovviamente senza pubblico). Chi acquista il biglietto riceve l’accesso allo streaming live. C’è però da capire come ripartire gli introiti e come applicare le modalità di pagamento, per il resto un’idea concreta c’è.

 

Concerti drive-in

Un’altra soluzione perfettamente sensata: se è possibile andare a vedere uno schermo con l’auto, perché non un concerto? Certo, il concerto è un’esperienza totalmente diversa, molto fisica, ben diversa dalla poltrona su cui ci si siede per guardare un film. Nonostante ciò, crediamo che questa soluzione possa offrire uno sbocco per diversi artisti dal grande pubblico, sfruttando ampie zone all’aperto.

Tour acustici

Per tagliare i costi, molte bands stanno iniziando ad esibirsi in chiave acustica: meno musicisti, meno strumentazione e staff necessaria, costi di produzione ridotti. Le critiche si concentrano principalmente sull’iper-semplificazione della performance e sull’impossibilità e ingiustizia, se si parla di determinati generi, di rendere al meglio la propria arte con strumenti acustici. Detto ciò, chi fa pop, indie o rock può comunque provare, che male non fa (anzi, fa bene per chi pecca di mancanza di dinamica, tipicamente riscontrata in generi molto “chiassosi”).

 

All’aperto

Dato che le sale da concerto avranno un numero assai limitato di spettatori (per poter rispettare la distanza minima di 1,5 metri tra persone, come da regolamento vigente), i concerti all’aperto potrebbero eliminare questo problema. Non è semplice da attuare: se chiami il tuo batterista e il bassista e ti metti a suonare in piazza tutto quello che otterrai è, probabilmente, una sanzione: sarà sufficiente cercare un dialogo con l’amministrazione comunale del luogo in cui abiti e vedere se c’è possibilità di realizzare questa cosa.

The good old days

Concerti, sedendosi a debita distanza

La distanza minima tra persone è uno degli ostacoli più grandi per la ripresa “normale” dell’attività concertistica. Dato che sul buonsenso delle persone si può contare fino a pagina due, sarà sufficiente porre dei limiti invalicabili: ad ogni biglietto è assegnata una poltrona (come in treno!) con una sedia che, fisicamente, non può essere spostata (inchiodata al pavimento, pesata). Puoi comunque muoverti, ballare e saltare ma sempre rimanendo all’interno della tua “area” assegnata.

 

Altre proposte

Ci sono tante altre alternative che vengono discusse ogni giorno. Due delle più importanti sono i tunnel di disinfettamento e il Marko System.

I cosiddetti tunnel per disinfettarsi dovrebbero venire installati a tutti gli ingressi dei festival esistenti, permettendo a chiunque entri di venire completamente disinfettato. Il problema? Non sono poi così efficaci, purtroppo: in una zona delimitata in cui una quantità così grande di persone condivide spazio e aria, il grado di disinfezione che il tunnel fornisce non è, purtroppo, sufficiente. Il Marko System, creato dallo spagnolo Josan Serrano, è invece un metodo alternativo che implica la suddivisione degli spazi in micro-aree di 150 m2 su cui verranno installati dei box, ed ogni box permetterà una portata di massimo 50 persone. In ogni ‘box’, inoltre, potranno essere installati bar con cibo e bevande, mentre i servizi igienici potrebbero essere posizionati fuori da ogni box.

 

La riuscita o l’adozione di uno di questi sistemi è strettamente legata all’aspetto economico e alla spesa iniziale.

 

Le raccomandazioni del WHO

L’organizzazione mondiale della salute (OMS, WHO in inglese) ha distribuito un prontuario con svariate raccomandazioni per la tenuta di un concerto e/o evento pubblico. Per i promoter l’OMS suggerisce di scegliere sempre la soluzione virtuale o quella all’aperto, con capacità ridotta e durata del concerto limitata. Inoltre si raccomanda l’installazione di svariate postazioni ove potersi disinfettare le mani. A chi vuole partecipare ai concerti in qualità di spettatore l’OMS raccomanda prima di testare se stessi per il Covid-19 e di evitare ASSOLUTAMENTE di prendere parte a eventi in presenza di sintomi e/o in presenza di interazioni pregresse con soggetti risultati positivi al virus.

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La passione di Simon per la musica nasce molto tempo fa, fino a portarlo al diventare arrangiatore, chitarrista e autore di musica auto-prodotta, pubblicata con la sua band, gli Onyria.

1 commento

    Ci stiamo arrampicando sugli specchi. A questo punto restiamo calmi e aspettiamo semplicemente un vaccino.

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