4 band grunge femminili che hanno fatto la storia – parte 1

4 band grunge femminili che hanno fatto la storia – parte 1

Nel rock, i gruppi tutti al femminile sono sempre stati digeriti poco dai fan del genere e la maggior parte di loro ha ottenuto un successo assolutamente non paragonabile a quello di band formate da componenti maschili. Ciò nonostante nei primi anni ‘90, il grunge ruppe tutti gli schemi ed invase il mondo: più nello specifico ci furono 2 gruppi femminili in particolare che parteciparono attivamente alla nascita di questo genere ed in realtà cominciarono a farlo già nella seconda metà degli anni 80, altri seguirono sulla loro scia. Una di queste band è la L7 (Hell’s Heaven), mentre l’altra è quella delle Babes In Toyland.

Scopriamo insieme le loro storie!


L7

Il loro  nome, L7, deriva in realtà da un gioco di parole che fa riferimento allo slang degli anni cinquanta Hell’s Heaven. L’espressione sta ad indindicare una persona rigida, impacciata o di scarsa compagnia, come citato nel verso della canzone Woolly Bully di Sam the Sham and the Pharaohs del 1965: «Don’t you be L7, come and learn to dance».

Le L7 sono un gruppo musicale tutto al femminile, formato nel 1985 a Los Angeles, California, e fondato da Suzi Gardner e Donita Sparks, entrambe cantanti e chitarriste. Praticamente da subito, alle due cantanti si aggiungono la bassista , ex Sugar Baby Doll, Jennifer Finch e la batterista Demetra Plakas. La band era diversa da qualsiasi altra cosa la città avesse mai visto prima, 4 donne dall’attitudine punk note per i loro spettacoli selvaggi e l’atteggiamento sfrontato. Il loro profondo senso del sarcasmo, completava un quadro ribelle e dai connotati femministi. 

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Ben presto infatti,  diventano tra le più note esponenti del movimento riot grrrl nonché primo gruppo grunge femminile ad aver raggiunto un discreto successo. Il loro lavoro di debutto è l’album omonimo L7 (Epitaph, 1988), dalle sonorità che si spingono verso il metal e il punk.

Il 1991 è l’anno di Smell the Magic un album pubblicato sotto l’etichetta discografica di Seattle Sub Pop Records che raggiunse la notorietà negli anni 90 per aver ‘lanciato’ Nirvana, Soundgarden, Mudhoney e molte altri giganti della scena del grunge. Contemporaneamente all’uscita dell’album,  le L7 creano Rock for Choice, un organizzazione no-profit a sostegno dei diritti umani che organizza concerti benefici con la partecipazione di band come Nirvana, Hole, Pearl Jam, Neil Young tra gli altri.

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Il 1992 è un anno di cambiamento per le L7: la band infatti firma con la Slash/Reprime con la quale pubblicano l’album più conosciuto, Bricks are Heavy. Il successo di questo album non viene però bissato nel 1994 con l’album Hungry for Stink, benché nello stesso anno partecipano all’evento di Lollapalooza, uno dei festival più importanti del genere. Nel frattempo la bassista Jennifer Finch,  lascia il gruppo, rimpiazzata da Belly Gail Greenwood.

Le L7 prendono parte al film-concerto The Beauty Process che Krist Novoselic, già bassista dei Nirvana, gira proprio nel 1998.

Dopo un paio anni di pausa, nel 2000 esce la raccolta Best of L7: The Slash Years e 14 anni più tardi, il gruppo si riunisce per una tournée mondiale.

 

BABES IN TOYLAND

Loro sono toste quanto la loro musica rock: la chitarrista Kat Bjelland urla e agita la sua chitarra seguendo il ritmo scellerato della bassista Maureen Herman e della batterista Lori Barbero. Con i loro due album e due EP, il trio tutto al femminile non offre scampo a chi le definisce solo un ennesima band al femminile: il loro è puro rock dai connotati reazionari, ma non necessariamente femministi.

La chitarrista Bjelland forma formato le Babes in Toyland nel 1987 a Minneapolis, dopo aver suonato in giro per San Francisco per diversi anni in diverse band che includevano, in svariate occasioni, Jennifer Finch delle L7 e Courtney Love delle Hole. Dopo aver pubblicato il loro primo singolo, le Babes in Toyland hanno attirato l’attenzione dei Sonic Youth, che le hanno portate con loro in un tour in europeo. Appena dopo, registrarono il loro ep di debutto, Spanking Machine, con il produttore Jack Endino; ne seguì un altro registrato in maniera indipendente subito prima di firmare con la Reprise records. 

Fu Lee Ranaldo dei Sonic Youth a produrre il loro secondo album, Fontanelle, con il quale le Babes in Toyland rendono chiare le loro intenzioni di non accondiscendenza nei confronti delle major. All’inizio del 1993, la band si scioglie per diverse ragioni prima, decidendo in seguito di riformarsi per registrare l’EP Painkillers con il quale si mettono in viaggio per il festival itinerante Lollapalooza, durante lo stesso anno.

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Anche se il Lollapalooza offrì al gruppo una visibilità pubblica notevole, le Babes In Toyland scelsero di non sfruttarne la potenzialità mediatica.

Ci vollero infatti quasi due anni prima che pubblicassero un nuovo disco, Nemesisters, che uscì nel 1995. 

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Con le Babes in Toyland in pausa, Bjelland decide di formare i Katastrophy Wife con il marito Glen Mattson. La band è andata avanti zoppicando per alcuni anni, suggerendo un possibile quarto disco, che però non vide mai la luce. Il gruppo si è esibito nel suo ultimo concerto ufficiale nel novembre 2001, pubblicando successivamente una registrazione dal vivo dello stesso concerto, chiamata Minneapolism.

 Nel 2014, le Babes in Toyland si riuniscono ancora una volta, promettendo nuovo materiale e concerti. Sfortunatamente però, proprio come nello stile del gruppo, la riunione non si è svolta senza intoppi e la bassista Maureen Herman è stata cacciata dalla band nel 2015. Anche se non è stato pubblicato nessun nuovo materiale,  il 2016 ha visto l’uscita di Redeux, una raccolta di best of, prodotta interamente dalla band stessa. Nel 2020 esce l’EP We Are Family.

 

Conclusione

Ognuna di queste band, chi in maniera più rivoluzionaria, chi sfruttando la propria notorietà, ha contribuito a rendere la storia del rock femminile una storia di lotta, ribellione e capovolgimento degli schemi sociali. Che si trattasse di femminismo o meno, la musica di queste donne ha dimostrato al  mondo intero che l’unico limite in musica è il pregiudizio. D’altronde, anche chi tra loro ha raggiunto un discreto successo aggiudicandosi la nomea di “prima band grunge femminile” o simili, non si può certo paragonare in termini di successo commerciale e fama ai gruppi formati dai colleghi uomini.

Non ci resta che aspettare con ansia che anche le donne di questo decennio si facciano sentire nel rock… siamo sulla buona strada? A voi la risposta! ✌?


Articolo scritto da Elena P.


Conoscevi già queste band? Cosa ne pensi? Faccelo sapere con un commento!

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La passione di Simon per la musica nasce molto tempo fa, fino a portarlo al diventare arrangiatore, chitarrista e autore di musica auto-prodotta, pubblicata con la sua band, gli Onyria.

1 commento

    Dei gruppi italiani femminili non se ne parla… Eppure ci sono storie veramente belle e interessanti negli anni 70 vedi “Note Ribelli”

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